Inizia oggi una nuova rubrica di divulgazione medica a firma del Dottor Stefano Tassielo, Medico dentista.
Denti del giudizio: indicazioni e terapia
Noi tutti siamo portati ad associare il dente del giudizio a terribili agonie. Ma è ciò che ci dobbiamo realmente aspettare? Sono sempre da eliminare?
In virtù della conformazione scheletrica degli individui di razza caucasica, i denti del giudizio sono sostanzialmente “in più”. Le arcate dentarie di altre popolazioni, soprattutto africane, hanno spesso maggiore disponibilità di spazio per poter alloggiare correttamente anche il dente del giudizio. Quando lo spazio è assente allora possono verificarsi anche situazioni che portano allo sviluppo di patologie per le quali l’estrazione è spesso indicata. In caso di mancanza di spazio è possibile che il dente del giudizio rimanga incluso, ossia che non compaia in arcata. Spesso nella sua inclusione assume una posizione orizzontale. L’inclusione del dente non è di per se stessa un problema per il quale si renda necessaria l’estrazione e un dente incluso può rimanere tale per tutta la vita. Diventa necessaria se si crea una continuità con l’ambiente orale, poiché, a questo punto, i batteri hanno una strada per colonizzare il dente sepolto. Questo fatto determina facilmente ascessi ripetuti che possono essere curati con antibiotici nella fase acuta, ma che per essere eradicati completamente costringono all’estrazione. In tal caso si parla di “pericoronarite” (ossia infiammazione dei tessuti intorno alla corona del dente) e con l’aggiunta della sintomatologia dolorosa, dell’edema, e del trisma si configura un quadro di “disodontiasi”. Un’altra causa di estrazione è il danno che il dente del giudizio può indurre nel dente che lo precede. Alcuni denti del giudizio, infatti, riescono a favorire processi cariosi, parodontali o riassorbimenti radicolari in virtù di un loro mal posizionamento.
L’estrazione può essere indicata anche per lesioni cariose importanti. Tali denti sono difficili da pulire e per questo sono più facilmente soggetti a carie. Anche il fatto che la loro eruzione sia spesso lenta, con lembi di gengiva mobile che li ricoprono parzialmente, favorisce l’annidamento di batteri cariogeni in zone non detergibili. Quando il dente del giudizio si caria è spesso difficile da curare correttamente e perciò talvolta viene eliminato.
Frequentemente i denti del giudizio superiori sono costretti ad assumere una posizione inclinata verso la guancia e, nei movimenti di lateralità, finiscono per determinare lesioni mucose. Anche questa è una evenienza per la quale si possa ricorrere all’estrazione. Altra causa di estrazione può essere un’interferenza con un trattamento di ortodonzia.
Se il dente del giudizio è posto correttamente in arcata e non determina problemi non va assolutamente tolto. È da considerarsi un dente come un altro. In caso contrario, quando i denti sono completamente estrusi sono più semplici da eliminare rispetto agli inclusi. Nell’ambito degli inclusi i germi e i denti immaturi sono più semplici da estrarre rispetto a denti completamente formati. Anche l’età del paziente influisce: all’aumentare dell’età aumenta la difficoltà. La presenza di strutture anatomiche importanti in continuità con il dente può ulteriormente complicare l’estrazione.
Fortunatamente le attuali procedure diagnostiche consentono di limitare al minimo i rischi connessi a questo intervento. Pertanto, anche l’estrazione di elementi inclusi non determina necessariamente un post-operatorio così terribile come si è spesso portati a pensare, soprattutto se si seguono meticolosamente le indicazioni fornite dal proprio dentista di fiducia.
Ovviamente ogni terapia contempla delle complicanze, ma queste non debbono essere considerate una regola. Sicuramente il dentista di fiducia saprà dare le migliori informazioni in merito ad ogni singolo caso.
Ecco il Curriculum Dottor Stefano Tassielo
Si è laureato in Odontoiatria e Protesi Dentaria della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma il 28/10/2005 con votazione di 110/110 con lode;
Dal 2006 ha iniziato a collaborare con la U.O. di chirurgia maxillo facciale, diretta dal Professor Sandro Pelo.
In data 24 novembre 2008 si specializza in Chirurgia Speciale Odontostomatologica presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” con la votazione di 70/70.
Dal 2 novembre 2009 al 1° gennaio 2012 svolge il Progetto Regionale Sperimentale di Odontoiatria Sociale in qualità di chirurgo orale, effettuando numerosissimi interventi di implantoprotesi su pazienti edentuli ultrasessantcinquenni in disagio sociale, presso l’Unità Operativa di Odontostomatologia territoriale ASLRMB;
Dal 2 gennaio 2012 al 31 Maggio 2013 ottiene il conferimento di un incarico provvisorio di Chirurgia Odontostomatogica presso l’Unità Operativa di Odontostomatologia territoriale ASLRMB.
Dal febbraio 2011 ha svolto attività di docenza nei corsi organizzati dalla Scuola Medica Ospedaliera.
Dal 1 giugno 2013 ad oggi ottiene, attraverso concorso pubblico, conferimento di incarico a tempo indeterminato come specialista ambulatoriale presso l’Unità Operativa di Odontostomatologia territoriale ASL RM2 e ASLRM6.
Ha partecipato all`attività di numerosi congressi nazionali ed internazionali, ed a pubblicazioni scientifiche.
Ha partecipato alla realizzazione di numerosi interventi di chirurgia delle atrofie dei mascellari presso l’U.O. di chirurgia maxillo facciale, mediante innesti ossei intra ed extraorali, mediante osso di banca e GBR.
E’ titolare di uno studio odontoiatrico rinomato e sito in Nettuno, in cui svolge l’attività di odontoiatria generale, chirurgia orale e implantologia.
E’ consulente presso diversi studi odontoiatrici, svolgendo esclusivamente l’attività di implantologia e chirurgia orale.