Un anno fa, il 3 maggio del 2018, la giunta 5 stelle di Nettuno guidata da Angelo Casto, dopo meno di due anni di governo (la giunta più breve di sempre) è stata sfiduciata da quattro consiglieri del Movimento e dai nove dell’opposizione. La sfiducia è arrivata dopo oltre un mese di litigi interni feroci e discussione continue tra il gruppo consiliare e la giunta e tra il gruppo consiliare stesso, litigioso e logorato al suo interno da comportamenti di incredibile aggressività verbale. L’inizio della crisi (ma i malumori nel gruppo sono iniziati praticamente dopo il voto, con consiglieri 5 stelle che hanno fatto accesso agli atti ai loro assessori e che contestavano ogni nomina del Sindaco e il Sindaco stesso) è legato al documento con cui dieci consiglieri hanno chiesto le dimissioni di tre assessori. Non una semplice richiesta, ma un vero ricatto. Senza le dimissioni degli assessori i consiglieri non avrebbero votato il Bilancio dell’Ente. Tant’è che la sera della convocazione del consiglio comunale sul Bilancio hanno fatto mancare il numero legale e il consigliere Monti è andato dai colleghi di opposizione facendo notare che erano loro a tenere il numero legale e se fossero andati via la riunione sarebbe saltata. Il consigliere Claudio Dell’Uomo ha tenuto il numero legale in aula, facendo approvare il Bilancio che era stato arma di ricatto interno. Quella stessa sera il Sindaco Casto scrisse una lettera al Movimento, chiedendo l’espulsione del consigliere Monti (poi espulso da tutte le commissioni). Il Sindaco era chiaramente schierato con i suoi assessori contestati dai consiglieri comunali. Ma qualche giorno dopo qualcosa è cambiato. Il Sindaco ha ‘mollato’ la sua giunta ma non si è fatto bene i conti. Ha scelto i dieci consiglieri, che da contestatori sono diventati ‘gruppo unito e coeso’ ma non ha capito che dieci non era un numero sufficiente a restare a galla. A difendere gli ex assessori che avevano operato con grandi risultati, quattro consiglieri 5 stelle che con gli altri consiglieri avevano ormai rapporti tesissimi. Scontri su tutto, sui metodi di dialogo interno, sui progetti (resta nella storia il progetto del Bosco urbano al parcheggione) ma anche sui verbali dei preventivi e sulle nuove nomine, come quella dell’assessore Cataldo, che al primo consiglio comunale mette in imbarazzo tutti con un atteggiamento intimidatorio nei confronti del consigliere Dell’Uomo, su cui ancora pende una contestazione legale. Infine quello che non è stato più accettabile era portare avanti un progetto difficile da condividere con persone non ritenute all’altezza del ruolo. La fine, anche a causa dell’incapacità del Sindaco di mediare, è stata inevitabile. Tre dei quattro consiglieri comunali che hanno votato la sfiducia oggi sostengono il progetto politico dell’allora Vicesindaco Daniele Mancini. Anche il quarto, pur non in lista è con lui. Tra le contestazioni mosse all’ex vicesindaco dai consiglieri 5 stelle quella di ‘essere attaccato alla poltrona’. Ma di fatto, e questa era voce di popolo, poiché il Sindaco Casto non aveva lasciato il suo lavoro, Mancini si era occupato anche oltre il suo ruolo dell’Amministrazione, per compensare le assenze del primo cittadino. Dopo la sfiducia Mancini e gli ex assessori sono rimasti una squadra e insieme hanno avviato un progetto politico. Gli ex consiglieri 5 stelle hanno fatto ricorso per tornare in Comune, perdendo in tutti i gradi di giudizio. Quindi si sono spaccati in due Meetup ed hanno entrambi chiesto la certificazione. Il Meetup degli ex consiglieri 5 stelle, con la Pizzotti, Tortis, Latini, Eleonora Trulli e Sara Buonamano, che portavano Lucci candidato a Sindaco non è stato certificato. La Pizzotti, candidata alle Europee è stata tolta dalla Lista dal Movimento per ‘incongruenze nel suo curriculum’. Il Movimento ha certificato Mauro Rizzo sindaco con una lista completamente rinnovata. Oggi permangono tensioni tra Rizzo e Mancini, ma il Movimento stesso ha emesso il suo giudizio sulla storia della fine dell’Amministrazione Casto, bocciando gli ex consiglieri rimasti fuori dalla competizione elettorale. Molti dei quali oggi non sono schierati con Rizzo e si fanno vedere ad altri eventi politici. Compresi due ex attivisti, presenti in altre liste. Dell’ex Sindaco Casto, sparito dalla scena, politicamente parlando, non si hanno notizie.