E’ venuta a mancare, a 98 anni Virginia Gattegno. La donna che viveva nella casa di riposo del Ghetto di Venezia, era l’ultima Testimone della Shoah in laguna. Per anni maestra al Lido passeggiando sulla spiaggia aveva deciso di raccontare a tutti la sua storia, di bambina, nata nel 1923 e cresciuta tra Roma e Anzio, e di donna deportata a 21 anni (nel 1944) da Rodi dove il padre dirigeva la scuola ebraica al campo di sterminio in Polonia. Partita con la nonna Sara, la mamma Marcella, i fratelli Alberto e Michele e la sorella Lea, l’unica sopravvissuta insieme a Virginia. Ho deciso di scrivere “Per dire chi ero, e come avevo passato una parte della mia giovinezza nella paura di essere e stessa, di essere ebrea, e che qualcuno ci facesse del male» E per esprimere il suo dolore «per aver perduto quasi tutti quelli che amavo». La testimonianza di Virginia è diventata un libro scritto a quattro mani con Matteo Corradini. Sul braccio sinistro di Virginia era impresso, in verde scuro, il suo numero di matricola: A-24324. E fu proprio lei a fare di quel numero un monito alle future generazioni: “Avrei potuto cancellarlo ma è un documento per l’umanità. Ricordate: se l’uomo è riuscito a farlo una volta può farlo ancora”.