Home Attualità Anzio e Nettuno ricordano il Giorno della Memoria: “Dramma di tutti”

Anzio e Nettuno ricordano il Giorno della Memoria: “Dramma di tutti”

Il maltempo questa mattina non ha fermato le cerimonie per il Giorno della Memoria e per ricordare il dramma di milioni di Ebrei, ma anche rom e omosessuali

Il maltempo questa mattina non ha fermato le cerimonie per il Giorno della Memoria e per ricordare il dramma di milioni di Ebrei, ma anche rom e omosessuali, sterminati nei campi di concentramento dal Regime nazista. Le cerimonie, inizialmente previste, non a caso, al Parco Palatucci di Nettuno tirato a lucido per l’occasione, sono state trasferite presso la Sala consiliare del Comune di Nettuno che ha fatto fatica ad ospitare gli studenti della scuola Visca di via Olmata, la delegazione della scuola di Polizia, le autorità civili e militari e le scolaresche che hanno preso parte al progetto il Filo della Memoria.

In prima fila il Commissario di Nettuno Bruno Strati e l’assessore Laura Nolfi, delegata dal Sindaco De Angelis. Dopo alcune canzoni intonate dal coro della scuola i ragazzi a turno hanno letto brani toccanti che hanno dato memoria del dramma dell’Olocausto. Delle famiglie di Ebrei a cui è stata strappato tutto, la casa, le abitudini, la scuola, poi la dignità. Famiglie intere deportate, separate all’arrivo nei campi di concentramento e infine uccise. Donne, uomini, anziani bambini. Sei milioni di persone scomparse per mano di un Regime spietato. Quindi ha preso la parola il Commissario Strati che in particolare si è soffermato sulla figura di Giovanni Palatucci e di Padre Kolbe. “Palatucci – ha detto il Commissario – che non sapeva dei campi di sterminio ma aveva sotto gli occhi l’orrore delle deportazioni, decise di non voltarsi dall’altra parte e aiuto migliaia di famiglie e fuggire grazie al suo ruolo di funzionario all’ufficio stranieri. Pur sapendo di essere nel mirino dei tedeschi non fuggì, per proteggere chi lo aveva aiutato e a soli 36 anni fu arrestato, deportato e infine ucciso. Come lui Padre Kolbe diede la vita per risparmiare quella di un padre di famiglia. Questi fatti accadevano in Italia, in un storia recente e ancora oggi episodi di razzismo e antisemitismo si verificano sotto i nostri occhi. Ogni giorno – ha sottolineato il Commissario – ognuno di noi deve essere come Palatucci e come Padre Kolbe. Non ci dobbiamo girare dall’altra parte davanti a gesti di bullismo, razzismo, antisemitismo. Dobbiamo rendere onore a questi eroi essendo portato di giustizia. Palatucci per il suo comportamento è stato insignito della Medaglia d’oro al valor civile, del titolo di Giusto tra le nazioni e di Servo di Dio. Tutti noi ogni giorno dobbiamo avere il coraggio di lottare contro l’indifferenze”. Quindi sono seguiti due momenti di preghiera con un Prete Cattolico e un Rabbino della Moschea per ricordare l’importanza della fede e del rispetto per ogni religione.