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Rete di impresa e progetti condivisi, le idee al convegno di Anzio

 

Un convegno civico per proporre idee e progetti per Anzio, quello andato in scena il 21 marzo all’Hotel Lido Garda di Anzio.
Il primo dei sei relatori a prendere la parola è stato Augusto Di Lazzaro che ha detto la sua sul concetto di Rete di impresa, sottolineando come la rete sia senza alcun dubbio il modo più competitivo per affrontare le sfide sul futuro.
“Con il metodo della Rete di impresa – ha detto – si può studiare e creare un marchio per turismo, enogastronomia e formazione ma la rete è un sistema sociale, di sviluppo che anche a livello sociale, non solo politico, basti pensare alle comunità energetiche. Quando i cittadini collaborano e si mettono insieme possono ottenere grandi vantaggi. Serve competenza, preparazione e una progettualità comune e continua che su questo territorio potrebbe essere vincente e i cui effetti si potrebbero vedere in tempi rapidi. Oggi un marchio turistico si può sviluppare anche con i fondi dello Stato. Unire competenze e professionalità in un progetto comune che possa attrarre fondi crescita e sviluppo, questo deve essere l’obiettivo”.
Quindi ha preso la parola Maurizio Criscuolo sulla questione delle concessioni balneari che stanno per andare a bando.
In un lungo intervento ha cercato di fugare luoghi comuni su costi e spese delle connessioni.
“Non siamo tutti delinquenti – ha detto – non è vero che lavoriamo solo due mesi, ed è vero che i canoni non sono altissimi ma sono alte le spese, per due bagnini il costo è tra i 25mila euro ognuno a stagione. Questo lavoro, come gli altri, va conosciuto, e il mio timore è che invece, in un posto come Anzio, se si farà un’asta a vincere potrebbero essere capitali poco puliti che mangari non permetteranno a molti neanche di partecipare”.
Il terzo a prendere la parola è stato Valerio Pollastrini che ha relazionato sul tema dei risvolti economici di un progetto comune.
“Il turismo – ha detto – è stato proposito disatteso. Ho analizzato 15 anni di bilancio comunale ed è stato investito lo 0,14 per cento del bilancio in cultura, l’1,7 per cento per lo sport. Io penso che chi ci governava avrebbe voluto spendere di più e se ci fossero stati altri alla guida della non avrebbero fatto meglio. Per me oggi Anzio non ha la capacità economica di investire in questi settori per pagare la macchina amministrativa, i servizi essenziali come rifiuti, assistenza sociale, strade. Eppure solo con i turisti possiamo aumentare gli introiti. Gli imprenditori hanno bisogno del sostegno del Comune che però non può essere d’aiuto. Si deve ribaltare il punto di vista e deve essere l’associazionismo a diventare essenziale per il Comune con uno sforzo integrato. La ristorazione è una grande attrattiva sicuramente la maggiore in inverno, deve essere punto di partenza per un brand di Anzio. Da noi la disoccupazione è più alta del 20per cento rispetto al livello nazionale, la rete può essere anche un centro di collocamento e formazione e può fare di più se sostenuta soprattutto dai soci. Si potrebbero dare maggiori garanzie aI lavoratori e anche ai datori di lavoro”.
Quindi ha preso la parola Giuseppe Barone sullo sport e le ricadute economiche per la città.
“Lo Sport – ha detto – è sempre stato abbandonato nonostante la città abbia dato i natali a tanti campioni Rinaldi, Palomba, Tulli, Bruschini. Siamo un popolo di sportivi ma abbiamo potenzialità mai sfruttate. Le associazioni non fanno rete e anche quello che riusciamo a costruire va perso. Anni fa ci siamo inventati la settimana velica internazionale, che portava qui gente da tutto il mondo. Un evento preolimpico il comitato circoli velici di Anzio che l’aveva realizzata non esiste più e adesso si fa a Palma di Maiorca. Era una cosa nostra.
Oggi è difficile ripartire ma possiamo inventare eventi e visibilità ma non posso fare tutto io, come il Triathlon, la Regata del cuore. Serve il cuore prima di tutto il resto. Bisogna studiare la logistica degli eventi, creare e trovare spazi, collaborare oggi c’è chi nega l’area di sosta dietro al porto per gli eventi. Sulle spiagge si potrebbero creare ogni genere di campi beach soccer, beach volley… le idee ci sono vanno messe in pratica”.
Stefano Bertollini ha relazionato sul porto di Anzio.
“Grazie a Grazia che ci ospita e grazie i presenti in sala: finanza, politica, impresa tutti presenti per un’idea nata in un noto ristorante anziate. Oggi a mancare è l’autorevolezza di chi ci rappresenta. I commissari prefettizi hanno chiesto il prolungamento del loro mandato ma nessuno ci dice perché. Io accetto ogni decisione ma mi piacerebbe capire. Dai politici tante promesse che non si realizzano mai. Parcheggi non concessi alle associazioni sportive dalla capo d’Anzio è autolesionismo. Chi investe non è mai sicuro di un ritorno. Quanto danno ha fatto la capo d’Anzio? Il porto se realizzato può produrre tutto: lavoro, cultura, economia ma la città non è mai stata interpellata sui progetti del porto. Oggi abbiamo una società che non costruisce il porto e non è capace a gestirlo. E’ in grave perdita e con un personale che non si può permettere. Prima o poi si tornerà al voto e alla democrazia per tornare ad essere quello che eravamo”.
A chiudere gli interventi Claudio Tondi sul tema della cultura.
“Si decide di investire facendo leva sulla propria formazione culturale, ognuno è diverso ci sono problemi che si possono convertire in soluzioni penso a due iniziative che riguardano sia Anzio che Nettuno due azioni come associazione vogliamo portare avanti, una riguarda il teatro di Nettuno e l’altra riguarda la zona Italcable di Anzio.
Al teatro mancano fondi e vogliamo lanciare una raccolta tra i cittadini per arrivare al completamento per quello che riguarda la Italcable invece organizzeremo una campagna informativa.