Ipi e Ecocar, battaglia legale infinita

Sembra non dover avere mai fine l’odissea della Ecocar e della collegata Ipi relativamente al provvedimento di interdittiva antimafia emesso quasi due anni fa dalla Prefettura di Caserta nei confronti della ditta Alba Paciello. La Paciello è stata colpita dal provvedimento, infine ritirato dal Tar e ha coinvolto in questa disavventura anche la Ecocar e la Ipi in quanto facenti parte di un’Associazione temporanea di impresa (Ati) per la partecipazione ai bandi dei rifiuti in alcuni comuni della Provincia di Caserta. L’interdittiva ha creato tantissimi problemi sia alla Ipi che alla Ecocar, operative anche in altri comuni (la Ipi a Nettuno e Minturno la Ecocar ad Anzio e Gaeta). Subito sono scattate le azioni legali per liberarsi del provvedimento ritenuto ingiusto. Prima è stata ottenuta la sospensiva dell’interdittiva (alla fine di dicembre 2014) poi, dopo mille rinvii, il Tribunale amministrativo regionale è entrato nel merito di fatto riabilitando le due aziende. Neanche il tempo di tirare il fiato che il Consiglio di Stato, ieri ha accolto il ricorso presentato dalla Prefettura di Caserta contro la sospensione dell’Interdittiva antimafia (e non quindi contro il giudizio di merito del Tar). La decisione del Consiglio di Stato non dovrebbe toccare né la Ipi né la Ecocar, visto che entrambe, dopo il provvedimento di interdittiva hanno chiuso ogni rapporto con la Alba Paciello, comunicando la  nuova posizione sia alla Camera di Commercio che alle Prefetture di Caserta e di Roma. Ora, perché davvero ci sia un problema, anche la Prefettura di Roma potrebbe presentare ricorso al Consiglio di Stato contro il dispositivo di annullamento del Tar. Ci sono 60 giorni di tempo. Nel frattempo, il 15 luglio si torna in aula per la contesa con la Camassa Ambiente sul bando di Anzio.