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Grattachecche a Roma: al “Tram Depot” la ricetta autentica di nonno Aurelio (nelle mani di un giovane del Senegal)

Al chiosco di Testaccio tutti i segreti dello street food estivo capitolino per eccellenza, anche "fai da te".

Grattachecche a Roma

A Roma la grattachecca è la protagonista più genuina e vintage della stagione estiva, un’ottima soluzione per combattere la calura di questi mesi: considerata lo street food romano estivo per eccellenza. Per gli amanti delle grattachecche a Roma segnaliamo il luogo dove fare sosta, un chiosco di Testaccio che è subito riconoscibile, perché scenografato come tram e per i tavolini con le sedie colorate stile anni ’70, presi d’assalto dai turisti provenienti da ogni parte del mondo, incuriositi da cocktail che si chiamano “Il Tranviere”, da centrifughe intitolate “A barrato” e “35 Crociato” come vecchie linee di tram romane o frullati in memoria di storiche stazioni, da Porta San Paolo a Capannelle.

Insieme al neonato “gemello” di Talenti a Roma nord, il “Tram Depot” di via Marmorata è conosciuto proprio come depositario della ricetta più autentica dell’iconica “creatura” a base di ghiaccio, sciroppi e frutta fresca. A consegnarla nelle mani dei nuovi, è stato nonno Aurelio, oggi 92enne e proprietario, fino a qualche anno fa, della bottega del rione. Ed è proprio grazie ai consigli del leggendario “grattacheccaro” (per i numeri da record di bibite ghiacciate preparate nella sua pluridecennale carriera) che i proprietari di oggi onorano la tradizione: con un raschino si gratta la “checca” (voce gergale per indicare il blocco di ghiaccio in purezza) e poi si aggiungono sciroppi e pezzi di frutta fresca. Proprio come si raccomandava di fare nonno Aurelio durante le sue memorabili lezioni, tenute insieme al figlio Maurizio.

Tram Depot Testaccio: dove mangiare la grattachecca a Roma

Lo “scettro” del grattacheccaro oggi lo detiene un ragazzo arrivato a Roma dal Senegal. Si chiama Alex e, per non sbagliare un colpo in materia, si è fatto regalare da Maurizio un raschino speciale e pesantissimo, realizzato a mano da un artigiano africano come lui. Lo strumento è considerato sacro e guai a dimenticarlo la sera quando si chiude bottega. Fino a poco tempo fa, nonno Aurelio faceva capolino dai suoi “eredi”, per un saluto e non andava mai via prima di aver sistemato i suoi archetti fatti di piante nel giardino, o senza la grattachecca per la sua amata mogliettina.

Rinfrescanti e golose, le varianti che vanno per la maggiore sono le storiche limone e cocco, menta e orzata, amarena e cocco. Ideali dal dopopranzo al dopocena, ecco che i “Tram Depot” ne propongono anche delle versioni alcoliche, a base di vodka o rum.

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Per una grattachecca “fai da te”, invece, basta munirsi di un tritaghiaccio elettrico per rompere i cubetti e, a seconda dei gusti, miscelare gli sciroppi. Nella Capitale, oltre ai due Tram Depot, ci sono diversi chioschi dove assaggiare lo street food estivo romano. Tra quelli da non perdere, si segnalano “La Sora Maria”, “Il Chiosco-alla Fonte d’oro”, “La grattachecca”, “Sora Mirella”, “Il tempio della grattachecca”, “Chiosco Testaccio” e “Grattachecca Sora Lella”.