Il Sindaco di Ponza, Francesco Ferraiuolo, era stato indagato insieme a due funzionari tecnici del Comune dell’Isola di Ponza, nota località turistica a due passi ‘per così dire’ da Nettuno ed Anzio, solo da quest’ultimo raggiungibile nei periodi estivi.
La contestazione penale era improntata sull’omissione di atti d’ufficio, mossa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, competente per territorio, in relazione alla mancata chiusura di un tratto di strada pericoloso, situazione più volte richiamata all’attenzione da parte della comunità.
La strada era stata interdetta da ordinanza del precedente Sindaco, in quanto ricadente in zona Chiaia di Luna, dove al di sotto c’è la famosa omonima spiaggia interdetta già anni fa, sulla quale perdette la vita anche una ragazza a seguito di un parziale crollo di materiale roccioso. L’ordinanza aveva impedito tale transito carrabile perché questa via, a quanto pare del tutto paradossale, sarebbe stata una via ricavata abusivamente da privati, non esistente sulla toponomastica del Comune di Ponza. E, siccome a ridosso della falesia nella zona alta Chiaia di Luna, zona a rischio di collasso geologico, il transito carrabile costituiva un gravissimo pericolo e rischio per l’incolumità di coloro che vi transitavano, essendo aperta e non più impedita. E già, perché a quanto pare, altro paradosso, nel tempo ignoti avrebbero anche rimosso i blocchi di cemento posti a chiusura del transito carrabile.
L’inerzia del Comune, presa di mira giustamente dagli inquirenti, ha esposto il Primo Cittadino alla ipotesi di illecito penale, si presume omissione di atti d’ufficio.
Il Sindaco di Ponza, Ferraiuolo, in carica dal 2017, è stato assistito dall’avvocato Ciro Palumbo di Nettuno, si è difeso durante l’interrogatorio spiegando e documentando che nello stretto lasso di tempo da quando era entrato in carica nessun atto o documento gli era mai pervenuto su tale vicenda e che, ci si creda o meno, ma sono i documenti a dirlo, il primo atto con cui ha saputo di quella situazione è stato proprio l’avviso di garanzia. Ha comunque dimostrato agli inquirenti di aver immediatamente ordinato ad una ditta di riapporre i massi ed impedire con ogni mezzo il passaggio sulla strada in questione. Fatto sta che era assente una richiesta al Sindaco e che lo stesso ha dimostrato di non esserne a conoscenza, quindi di non essere stato messo in condizioni di operare o meno. E quindi non ricorreva, a detta della difesa, alcuna ipotesi di illecito penale di omissione di atti di ufficio. Successivamente, a seguito dell’interrogatorio, il Pubblico Ministero ha richiesto l’archiviazione e il Giudice delle indagini preliminari ha prosciolto.