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Chiedono il mutuo con falsi contratti di lavoro, 8 denunce: uno è di Nettuno

Mutui ipotecari accesi in una filiale della Banca Popolare Pugliese nel Salento spacciandosi per dipendenti di alcune società attestando rapporti di lavoro posticci.

Mutui ipotecari accesi in una filiale della Banca Popolare Pugliese nel Salento spacciandosi per dipendenti di alcune società attestando rapporti di lavoro posticci. In otto sono finiti sotto inchiesta. Tra loro c’è anche un agente per attività di promozione e collocamento di prodotti finanziari. Gli indagati rispondono di falso materiale commesso da privato, falso materiale commesso da pubblico ufficiale e tentata truffa aggravata.

Sono stati i dipendenti della Banca ad accorgersi in tempo che i rapporti di lavoro, presentati dai clienti, erano fittizi e sono riusciti a bloccare l’erogazione di somme pari a 890mila euro.

Nei guai oltre all’agente E.T.B., 48 anni, di Roma, sono finiti anche i falsi dipendenti: E.B., 48 anni, di Frosinone, sottoscrittore del mutuo ipotecario di 141mila e 805 euro; P.F., 65 anni, di Roma, sottoscrittore del mutuo ipotecario di 71mila euro; M.D.A., 50 anni, di Pomezia, firmatario di un mutuo ipotecario di 197mila; N.F., 32 anni, di Marino, sottoscrittore del mutuo ipotecario di 144mila euro; G.P., 27 anni, di Alatri, sottoscrittore del mutuo ipotecario di 98mila euro; M.P., 52 anni, di Nettuno, sottoscrittore del mutuo ipotecario di 145mila euro il quale aveva dichiarato di essere un dipendente del Ministero delle Economie e delle Finanze; C.S., 25 anni, di Roma, sottoscrittore del mutuo ipotecario di 91mila euro.

Gli indagati avrebbero prodotto e consegnato alla Direzione Generale della Banca, documentazione falsi in cui venivano riportati rapporti di lavoro con società e amministrazioni in realtà inesistenti: i dipendenti della filiale non si sono fatti abbindolare bloccando l’erogazione delle somme richieste, effettuando delle apposite verifiche a cascata sulle richieste. E proprio per la somma consistente a tutti gli indagati viene contestata l’aggravante di aver tentato di cagionare alla persona offesa un danno di rilevante entità; al solo agente, invece, l’aggravante di aver commesso il fatto con abuso di prestazione d’opera.

(fonte: corrieresalentino.it)