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Riconversione delle ex caserme per i detenuti, la sede di Anzio nella lista

Un annuncio: consentire più telefonate e più contatti dei detenuti con i familiari. Una promessa: se andrà in porto la riutilizzazione delle caserme dismesse come luoghi da destinare al trattamento detentivo differenziato per i detenuti che devono scontare pene brevi, sarà assunto nuovo personale, non si attingerà a quello insufficiente già in servizio nei penitenziari.
In questo quadro anche Anzio potrebbe avere la sua parte.
E la conferma di un impegno: “Fare di tutto per ridurre la tragedia dei suicidi”, “una sconfitta dello Stato e mia personale”.
In una delle estati più difficili per le carceri con un sovraffollamento pari al 121% e segnata da una lunga catena di detenuti che si sono tolti la vita e morti in cella (l’ultimo caso un 44enne a Verona ), Carlo Nordio sceglie di rivolgersi direttamente con un videomessaggio al personale e alla popolazione detenuta, assicurando che il ministero della Giustizia sta lavorando con “la massima energia e priorità” per ridurre gli “estremi disagi” di chi vive dietro le sbarre.
“Ma non esistono soluzioni immediate e facili, purtroppo non esistono bacchette magiche” spiega, pensando probabilmente alle critiche che lo hanno investito e che continuano ad arrivare dall’opposizione e dai sindacati della polizia penitenziaria. Dal titolare della Difesa Guido Crosetto giunge invece un sostanziale via libera alla riconversione delle ex caserme in carceri: usare i beni inutilizzati della Difesa per carceri o scuole o ospedali è solo buon senso, scrive in un tweet. Il monitoraggio è già partito ma ci vorrà tempo per capire quali immobili sono effettivamente funzionali al riutilizzo. Dall’ultimo elenco di Difesa Servizi spa degli immobili non residenziali disponibili per essere affidati in concessione emerge che sono una decina le caserme che sarebbero già disponibili alla riconversione: la ‘Mauricchiò e un’aliquota della ‘Boscariellò a Napoli, la ‘Bocchettì ad
Anzio e la ‘Santa Chiarà a Siena, la ‘Miraglià a Venezia e un’aliquota della ‘Ulivellì a Roma e della ‘Riberì a Torino. L’occasione del video messaggio del ministro Nordio è la festività di Ferragosto, che cade in uno dei momenti più difficili dell’anno per chi lavora e soprattutto per chi è ristretto nelle carceri. Il ministro è consapevole di quanto a maggior ragione in questa situazione siano importanti i colloqui telefonici per i detenuti e i contatti con i familiari e ne annuncia l’ampliamento da cui saranno però esclusi i responsabili dei reati gravi. Il primo pensiero è per chi si è tolto la vita. Nordio parla di un “dolore personale” e ricorda la circolare per prevenire i suicidi che il nuovo capo del Dap Giovanni Russo ha voluto rafforzare. E poi si sofferma sulle assunzioni (57 nuovi direttori per le carceri che entreranno in servizio a fine mese e 2800 poliziotti entro il 2025) e sull’impegno per il lavoro dei detenuti con accordi che si stanno definendo con il Cnel, le Ferrovie dello Stato e altre istituzioni anche per aiutare e inserirsi chi esce dal carcere. Ma l’opposizione e i sindacati di polizia restano critici. “L’uso delle caserme è una falsa soluzione” dice Marco Grimaldi, vicepresidente di Avs alla Camera. “Nordio faccia più fatti e meno proclami”, è l’invito che arriva da Walter Verini capogruppo Pd in Antimafia. E l’Osapp sindacato autonomo della polizia penitenziaria boccia sia il progetto sulle caserme sia l’aumento delle telefonate per i detenuti.