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La Croce della Giornata Mondiale della Gioventù è arrivata a Nettuno

(riceviamo e pubblichiamo)
Nei giorni scorsi la Croce della Giornata Mondiale della Gioventù è arrivata a Nettuno e tanti giovani hanno speso ore del loro tempo a celebrarne il senso. Hanno pregato, celebrato l’Eucarestia, sono andati in processione con la Croce nelle varie Parrocchie ed hanno concluso con il Vescovo Vincenzo Viva ascoltando testimonianze di vita di giovani che Cristo Risorto lo hanno incontrato veramente.
Ecco il punto. Perché trecento (300) giovani passano tre giorni a pregare sotto la Croce? Perché attraversano le vie di Nettuno portandola in spalla? Perché cantano e danzano attorno ad essa? Cosa hanno scoperto che noi non capiamo?
Chiedetelo ad Emanuele che nel pieno dei suoi successi di giovane e bravo calciatore, ottimi voti a scuola e amici quanti ne vuoi sente che Dio conta più di tutto questo e che la pienezza della sua vita è seguire Cristo. Totalmente. Di seguirlo come sacerdote ed entrare in seminario.
Chiedetelo a Suor Jessica che sente la chiamata a spendere la sua vita nel servizio a donne in grande difficoltà. Ad annunciare con la sua vita che Dio basta, che è lui lo Sposo.
Chiedetelo a Emiliano e Monica che decidono di donare anni della vita loro e dei nove figli che Dio gli ha donato come missionari del Vangelo prima in Siberia e poi in Grecia.
Chiedetelo a Emanuele ed Annalaura, due brillanti ingegneri in carriera che scoprono che mettersi alla sequela di Cristo e servire come famiglia con i loro quattro figli, tanti giovani del Postcresima, vale più della migliore delle promozioni sul lavoro.
Chiedetelo a Don Paolo, un giovane missionario itinerante che invece che starsene tranquillo ad insegnare e scrivere libri, se ne va ad annunciare Gesù Cristo in Sudan e Sud Sudan (si è proprio quel Sudan in questi giorni su tutte le news a causa della violenta guerra civile).
Chiedetelo al nostro Vescovo Vincenzo Viva che al termine dei tre giorni, parlando a questi giovani, si è commosso e veramente contento si è mischiato con loro, come un vero pastore fa con il suo gregge, per loro ha avuto parole di incoraggiamento: con Cristo si è felici, la Croce non ci schiaccia ma ci parla di una forma di amore immenso, ci si sente amati per quello che si è, ci si sente vivi!
Non persone che si accontentano, ma persone contente!
Ecco chiedetelo a Samuele, a Gabriele, a Giulia, ad Ester, a Matteo e alle decine e decine di giovani che in queste domeniche di maggio potreste trovare nelle piazze della nostra città ad annunciare che Cristo è risorto! Che la morte non l’ha avuta vinta!
Cristo è vivo oggi ed è possibile conoscerlo, incontrarlo, accogliere il suo amore gratuito.
Chiedetelo a loro. Ma per favore, chiedetelo anche a voi stessi.
Si, chiedetevi se siete contenti. Chiedetevi se la Croce è un peso che vi schiaccia oppure se, come canta un antichissimo inno della Chiesa dei primi secoli: “la Croce Gloriosa di Cristo Risorto è l’albero della mia Salvezza, di esso mi nutro, di esso mi diletto. Nelle sue radici cresco, nei sui rami mi distendo”.
Ecco la Croce è Gloriosa perché Cristo è Risorto! E se è risorto allora è Vivo. Se è Vivo si può conoscere ed incontrare. C’è una Buona Notizia migliore di questa?
Mauro Mozza