Non esiste un piano di pace vaticano, ma Papa Francesco, che nei giorni scorsi ha concesso una lunga intervista, ha fatto presente che esiste un “servizio di pace” al quale il Vaticano sta lavorando per porre fine alla brutale invasione della Russia in Ucraina. Il Papa ritiene che un incontro tra i vertici dei Paesi coinvolti potrebbe significare una svolta nella drammatica guerra nel cuore dell’Europa, giunta al secondo anno. Ha ribadito che andrà a Kiev solo se andrà anche a Mosca e torna a ricordare la sua vista al Cimitero Americano di Nettuno, per onorare i caduti dello Sbarco di Anzio.
“Sono pronto ad andare a Kiev. Voglio andare a Kiev. Ma a condizione che vada anche a Mosca. O vado in entrambi i posti o in nessuno dei due” ha detto- E ancora “parlare di Putin come di un uomo colto non implica un giudizio morale sulla persona. Come sapete sono appena stato lì, ho visto con i miei occhi la devastazione, le scuole, gli ospedali, le case rase al suolo, i villaggi che non esistono più… Come sapete questa volta sono stato nel Donbass… Le fosse comuni. Non solo i miei amici greco-cattolici parlano di genocidio. Infatti, gli obiettivi, sono tutti, donne, bambini, e si vede chiaramente il tentativo dei russi di cancellare, di sterminare un popolo, perché bombardano scuole, cultura, teatri, per sterminare il popolo ucraino”.
“La guerra mi fa male – conclude Francesco – il primo shock con questa realtà l’ho avuto quando nel 2014 sono andato al cimitero di Redipuglia e ho pianto. Nessuno se ne accorse. Qualche anno dopo, il 2 novembre, io vado sempre in un cimitero a festeggiare, sono andato a festeggiare nel cimitero Americano di Nettuno, lì ci sono le tombe dei soldati del famoso sbarco di Anzio. Guardavo, l’ho raccontato più volte, l’età delle persone, dei bambini… 20, 21, 19… Ho pianto anche lì. E oggi sta succedendo la stessa cosa”.