“Sono Tommaso, ragazzo cieco che non parla. Ho ricevuto un atto di pesante discriminazione…. Mi trovavo presso l’hotel Colbricon di San Martino di Castrozza. Degli ospiti della sala ristorante erano infastiditi dalla mia presenza e se ne sono lamentati con l’albergatrice che ha proposto ai miei di prendere i pasti successivi in una saletta separata dai vetri ambrati oscurati. Lo ha proposto a noi e non a loro… Sono stato trattato come un cane non ammesso nella sala ristorante comune. Ovviamente siamo ripartiti perché non è piacevole restare dove non si è graditi.
Vacanze rovinate e tanto ma tanto amaro in bocca.
Condividi tra le tue conoscenze se vogliamo evitare che ad altri accada ciò che è capitato a noi presso l’Hotel Colbricon di San Martino di Castrozza”. Questo posti, che ha fatto il giro del mondo, ed è stato riportato da tutta la stampa nazionale, lo ha scritto Cecilia Bonaccorsi, la mamma di Tommaso, e Presidente dell’Associazione Con I Miei occhi. La famiglia di Tommaso vive a Nettuno e, come ci tiene a specificare la mamma Cecilia, un fatto simile non era mai capitato. Dall’albergo una mail di scuse per la famiglia, che certamente non basta per cancellare due comportamenti incredibili, quello della famiglia che ha reclamato per la presenza di un ragazzo disabile e quello dell’albergatore, che non ha invitato loro a cambiare struttura.