“I diritti non si barattano, sono sacri”. Harry Shindler, 101 anni, alterna la soddisfazione di un risultato storico, il voto per gli Inglesi all’estero, e le angosce dei venti di guerra in Europa. Dallo sbarco di Anzio, alla liberazione di Roma, la campagna d’Italia: Harry c’è sempre stato e oggi, che ha scelto di vivere in Italia, l’ultima battaglia era proprio quella per poter votare in Patria. Shindler vive dagli anni Ottanta in Italia e dal nostro Paese ha avviato, guidato e finalmente realizzato l’idea di restituire il diritto di voto agli inglesi che vivono all’estero da più di quindici anni (si tratta di oltre tre milioni di persone), una possibilità che contrariamente ad altre nazioni (compresa l’Italia) nel Regno Unito non esiste. La proposta di modifica della legge è stata approvata nei giorni scorsi dalla Camera dei Lord dove sono stati respinti tutti gli emendamenti, ora verranno messi a punto i dettagli legali e poi il provvedimento tornerà alla Camera dei Comuni per lo scontato voto finale. Shindler, che è l’iscritto al Labour più anziano ancora in vita, ha paradossalmente visto coronare la sua campagna sotto la bandiera dei conservatori, impegno preso direttamente dal premier Boris Johnson che aveva scritto più volte ad Harry: “Quando si tratta di diritti fondamentali, non esistono appartenenze politiche che tengano – racconta -. Pensare che il partito labourista aveva anche proposto lo scambio tra il sostegno a questa riforma e il progetto per il voto ai sedicenni. Ma i diritti non si barattano”.