“È giusto colpire Putin e gli oligarchi russi in ogni modo. Gli interessi economici della Russia devono essere attaccati ovunque e senza tentennamenti ma questo non può voler dire andare contro chi tutti i giorni combatte sulla propria pelle per affermare la propria dignità. La scelta del CIO, il Comitato olimpico, di sospendere gli atleti parolimpici dalle olimpiadi invernali è un abominio. Se questi atleti avessero voluto partecipare senza bandiera nazionale questo sarebbe bastato perché il nazionalismo di Putin fosse colpito senza però che gli sforzi di queste donne ed uomini con disabilità fossero annichiliti. Colpire i grandi colossi sportivi che movimentano milioni di euro ha un senso, sospendere il calcio miliardario o la formula uno ha certamente una ratio ma colpire coloro che fanno sport soprattutto per affermare la propria dignità è un errore madornale. Non si può superare il limite del buonsenso come è successo in questi giorni ad esempio quando si è deciso di boicottare un corso universitario sulla letteratura russa. Cancellare Tolstoj o Dostoevskij non fermerà certo la follia imperialista di Putin ed anzi non renderà nemmeno un servizio all’innalzamento della cultura. Senza cultura, senza storia, senza consapevolezza non c’è futuro. Condanniamo Putin, colpiamo gli interessi economici dei russi che girano miliardi di euro ma non accaniamoci contro chi tutti i giorni fa enormi sacrifici e che con queste follie umane non ha nulla a che fare. Bisogna essere umani e ragionevoli anche nell’intransigenza. Dobbiamo essere tutti con l’Ucraina, come ho già detto più volte, ma non dobbiamo cedere all’isteria. Colpiamo chi deve essere colpito e non cediamo alla cieca rabbia. L’invasione barbarica dell’Ucraina ci deve portare a fare di tutto perché venga ripristinata la sovranità di quella terra ma è altrettanto importante capire cosa e chi deve essere colpito perché mettersi a sparare con gli occhi bendati non servirà a nulla”. Così in una nota stampa Roberto Alicandri.