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Continua lo sciopero della fame di Fabio Di Malta: Acea Kyklos ora tratta

Continua da 9 giorni lo sciopero della fame di Fabio Di Malta, il cittadino residente a pochi metri dall’impianto Acea Kyklos che si trova al confine tra Aprilia e Nettuno. L’uomo, malato, che qualche mese fa ha avuto un’emorragia cerebrale, dopo anni di sofferenza e patimento legati alla puzza insopportabile che si sente in zona giorno e notte, ha deciso di incatenarsi. L’uomo, che ha anche una carrozzeria in zona, non solo ha dovuto convivere con il terribile odore, le mosche, i malori, ma anche il suo lavoro non gli ha mai permesso di allontanarsi e di avere tregua da questa situazione. Un danno incalcolabile quello subito da Fabio Di Malta e dalla sua famiglia, le cui case e attività non hanno più alcun lavoro. Oggi Di Malta protesta non per ottenere la chiusura di Acea, risultato considerato irraggiungibile, ma per trattare la cessione di case, terreni, attività. “Queste persone non si possono combattere – ci spiega – allora devono darci modo di andare via e ricominciare a vivere a tutti. Ci hanno preso in giro per due anni, dicendo che erano interessati, poi non ci hanno risposto più al telefono. Ma dopo una settimana che mi sono incatenato qui – spiega Di Malta – dopo sette giorni senza cibo e con i soli liquidi, l’avvocato dell’Acea Kyklos ci ha contattato ed ha riaperto la trattativa. Dice che vogliono trattare ma devo andare via. Io non mi muovo. Non posso fidarmi della semplice parola. Andrò avanti ad oltranza, fino a che non ci faranno una proposta seria, fino a che non prenderanno un impegno concreto. Spero di resistere, l’unico altro modo per portarmi via da qui è perché può succedere qualcosa di drammatico alla mia salute”.