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Usura intercettazioni choc: “Non hai un lira… ti apro la testa in due e ti squaglio”

"Se non hai una lira non mi interessa... tu devi rispondere del debito punto e basta... che ti devo dire, che ti apro la testa in due... vedi che veng

“Se non hai una lira non mi interessa… tu devi rispondere del debito punto e basta… che ti devo dire, che ti apro la testa in due… vedi che vengo lì e ti frantumo, domani mattina mi dai la macchina”. Queste le parole, pesantissime, Leonardo Guiderdone, che con tono minaccioso in una intercettazione telefonica parlava con una delle vittime a cui aveva prestato soldi, chiedendo tassi esorbitanti e pagamenti precisi, per lui come per tutti gli altri, è stata contesta l’aggravante di aver agito contro persone in stato di bisogno.
“Non farmi inca…sennò vengo a casa tua e ti squaglio, ti faccio sparire”, diceva sempre uno dei tre fratelli Guiderdone ad un altro usurato. Parole pesanti usate con tutti coloro che ritardavano, anche di poco, la restituzione dei debiti. E c’è chi, con la somma di 15 mila euro in prestito ne ha dovuti restituire 28mila.
Conversazioni, quelle intercettate dai carabinieri della compagnia di Anzio, che non lasciano spazio a dubbi. I gravi indizi di colpevolezza che riguardano, Gerardo, Leonardo e Vincenzo Guiderdone, Roberto Matta, Giuliano Scarcella e Daniele De Stefanis, tutti arrestati con l’accusa di usura ed estorsione, sono stati rafforzati dalle denunce e dalle dichiarazioni degli usurati. Le indagini coordinate dalla procura di Velletri, hanno messo fine al calvario di piccoli commercianti e imprenditori che si erano rivolti alla gang degli usurai del litorale dal 2015 fino al 2019. Molte delle vittime avevano cominciato a chiedere presiti a strozzo, con tassi d’interesse altissimi perché si trovavano in un grave stato di necessità. Ad essere denunciati anche alcuni degli usurati, che quando sono scattate le indagini, non hanno voluto confermare ai Carabinieri i prestiti ricevuti.
Tra gli strozzati anche due titolari di un bar di Nettuno, che per un prestito di 15mila euro ne ha restituiti 28mila, il proprietario di un forno di Ardea, che ha firmato 29 cambiali da mille euro l’una per un prestito iniziale di poche migliaia di euro e l’amministratore di una cooperativa di Pomezia, che a fronte di 10mila euro ne doveva ridare 18mila.
La famiglia Guiderdone è notissima sul litorale con  una catena di pasticcerie tra Tor San Lorenzo, Nuova Florida, Pomezia e Anzio. Vincenzo Guiderdone è stato presidente di due società calcistiche dilettantistiche, oltre che attivo in attività sociali e dall’apparente tratto umanitario e filantropico, una persona stimata e disponibile. Un personaggio, Vincenzo Guiderdone dalla doppia vita; imprenditore e filantropo agli occhi della gente, pericoloso usuraio senza scrupoli per le sue vittime. Le attività commerciali dei Guiderdone, erano il quartier generale dei loro affari illeciti e pericolose socialmente a cui dovrà essere applicata la misura di prevenzione patrimoniale ed il sequestro finalizzato alla confisca da parte del tribunale.