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Ad Anzio la polemica sulla statua del Santo oltre il legittimo diritto di critica

Con un certo ritardo ci siamo addentrati, in queste ore, nella polemica social, lacerante e violenta, che ha riguardato la statua 3d del Santo Patrono di Anzio.
Il nostro ritardo è dovuto al fatto che mentre la parte tecnica della redazione era concentrata in esterna sulla ripresa della Messa del Patrono, la parte giornalistica è stata assorbita completamente, da domenica mattina e fino a qualche ora fa, dal dramma che si è svolto a pochi metri dal confine con Anzio. Due bimbi uccisi a sangue freddo, insieme ad un anziano che ha tentato di difenderli. Una ferocia inaudita, a pochi metri da casa nostra.
Oggi siamo stati travolti da una serie di comunicazioni e abbiamo visionato l’ampio dibattito social ed è stato tremendo.
La premessa d’obbligo è che la Statua non ci è piaciuta.
Non era sicuramente all’altezza delle aspettative dei cittadini e, stando al comunicato dell’assessore Salsedo, neanche dell’Amministrazione.
Quindi è stata smontata e restituita al mittente, con annessa, immaginiamo, contestazione sul costo da sostenere.
Alcuni l’hanno legittimamente criticata anche con ironia e toni forti, altri sono andati oltre l’hanno insultata, irrisa, offesa oltre i termini della decenza e del legittimo diritto che ognuno di noi ha di dire quello che pensa e che qualcosa non ci piace.
Sulle pagine di Anzio e di Nettuno di recente ogni questione sembra “di vita o di morte”, si è usciti dal tracciato della decenza e si è entrati nel mondo dei “nemici mortali”. Ognuno ha i suoi motivi, essere avversari politici, essere passati da antichi amori a recenti odi per promesse non mantenute, richieste non accettate, collaborazioni non decollate. O anche perché quello che fa questa Amministrazione proprio non ci piace. Tutto legittimo, ma i toni sono importanti e fanno la differenza nel qualificare chi li usa e non chi si intende colpire.
E’ assurdo aggredire verbalmente il parroco per la statua, attaccare la parrocchia e la chiesa, dire che la Statua è paragonabile a gesti mafiosi come l’inchino, denigrare i paesi del sud Italia, è assurdo chiedere il Tso per chi ha approvato la Statua, è assurdo fare vignette insultanti.
Poi si parla della strumentalizzazione di una disgrazia avvenuta al confine con Anzio in un giorno di fede e preghiera per la comunità neroniana. Strumentalizzazione… ma davvero ci chiediamo, c’è qualcuno che domenica, dopo aver saputo del drammatico omicidio dei due bambini è riuscito a non pensarci? A non percepire l’atrocità di un gesto assurdo? Davvero sarebbe stato possibile per qualunque persona di senso comune non fare un accenno a questo dramma che ci riguarda da vicinissimo? Noi ci siamo accorti oggi della brutta statua. Ieri stavamo pensando alla notizia di cronaca ‘strumentalizzata’ e ci chiediamo cosa avrebbero detto o scritto quelle persone che oggi parlano di strumentalizzazione se non se ne fosse fatto cenno… (eb)