Home Cronaca Vendevano auto rubate come nuove, 9 arresti della polizia a Latina

Vendevano auto rubate come nuove, 9 arresti della polizia a Latina

Nove arresti a Latina per un traffico di auto rubate, minacce ed estorsioni. I guadagni delle attività illecite venivano reinvestiti nell’intestazione di immobili

Nove arresti a Latina per un traffico di auto rubate, minacce ed estorsioni. I guadagni delle attività illecite venivano reinvestiti nell’intestazione di immobili, conti correnti e attività formalmente di fittizi intestatari. Numerosi gli episodi di minacce, armi puntate contro, proiettili davanti alla porta, documenti firmati a forza. Per silenziare un venditore che pretendeva il pagamento di quanto dovuto non mancavano lemodalità estorsive. È quanto hanno accertato gli agenti della Squadra Mobile di Latina impegnati insieme ai colleghi del commissariato di Cisterna di Latina e dei reparti Prevenzione Crimine Lazio, Campania e Umbria nell’inchiesta Crazy Cars. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano e che ha portato a 9 misure cautelari per ricettazione, è nata dalla denuncia di un romeno, presentata dopo il ritrovamento di un proiettile inesploso sulla porta di casa. Un avvertimento, secondo gli investigatori, rivolto alla vittima affinché cedesse la propria auto a uno degli indagati, rinunciando al compenso pattuito, circa 20mila euro, che avrebbe dovuto ricevere in quattro assegni da 5mila euro ognuno.
Non solo: al romeno proprietario della Mercedes venivano fatte telefonate minatorie perché restituisse i quattro assegni oppure veniva puntata contro una pistola a tamburo. In un’altra occasione uno degli indagati ha raggiunto la vittima a casa costringendolo a scrivere a mano una falsa attestazione con la quale dichiarava di aver ricevuto 17.500 euro per la vendita della macchina. Sei sono destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, tre della misura degli arresti domiciliari. Tutti accusati di ricettazione di auto rubate. Si chiama Crazy Cars l’operazione condotta dagli agenti della Squadra Mobile di Latina e del commissariato di Cisterna di Latina insieme a dieci equipaggi dei reparti Prevenzione Crimine Lazio, Campania e Umbria.Sequestrati, nel corso di perquisizioni personali e domiciliari a carico degli indagati, conti correnti, beni mobili e immobili, società per un valore complessivo superiore ai 2 milioni di euro oltre a 5 Rolex, un Cartier, 50mila euro in contanti. Ma anche 150 grammi di marijuana e un bilancino di precisione e una pistola calibro 6,35 con matricola abrasa. I veicoli rubati, secondo quanto emerso nelle indagini, venivano procacciati con tanto di trasferte, e immessi in città in modo sistematico al termine di elaborare trattative con gli acquirenti, tutte comprovate da intercettazioni. Dalle intercettazioni telefoniche fatte nell’ambito dell’inchiesta Crazy Cars dei poliziotti di Latina è emerso come uno degli indagati, titolare di una rivendita di auto e moto, ricettasse macchine rubate con la complicità di due dei destinatari delle misure cautelari in carcere. I tre, secondo gli investigatori, avrebbero ricevuto a Napoli, da persone ancora non identificate, quattro auto di media cilindrata risultate rubate e, sempre stando a quanto emerso dalle indagini, nascosto le auto per poi metterle in vendita a ignari clienti sul territorio di Latina e provincia. Nel proseguimento della stessa attività di indagine si è poi sviluppato un ulteriore filone di indagine secondo il quale uno degli indagati, attraverso altri due destinatari delle misure suoi stretti familiari, gestisse di fatto alcune società di compravendita auto, con una rivendita commerciale alla periferia di Latina. L’intestazione fittizia dei beni da parte dell’«imprenditore» costituirebbe, secondo gli inquirenti, l’espediente da lui usato per eludere gli effetti ablativi delle misure di prevenzione patrimoniale, essendo tra l’altro già noto alla giustizia, per lo più per reati contro il patrimonio. La Polizia di Stato di Latina ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Latina, su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di A.F. (classe 1981), V.M. (classe 1962), I.M. (classe 1993), M.C. (classe 1985), L.S. (classe 1980) e A.A. (classe 1986), nonché alla misura degli arresti domiciliari nei confronti di C.G. (classe 1975), A.M. (classe 1959) e D.P.M.(classe 1990).