“Illustre Sindaco, Le scrivo con l’intento, costruttivo e non invasivo, di condividere un allarme silenzioso ma molto diffuso tra i cittadini relativo all’uso e alla diffusione del cosiddetto spray al peperoncino”: inizia così la lettera inviata a tutti i sindaci delle province del Lazio dal presidente del consiglio regionale del Lazio Daniele Leodori, a seguito dell’escalation dei gravi episodi di cronaca in cui l’abuso dello spray al peperoncino ha creato allarme sociale e portato alla morte di numerose persone, tra cui molti adolescenti.
“In Italia è considerato uno strumento di autodifesa regolamentato dal decreto ministeriale n.103 del 2011 che ha liberalizzato l’acquisto, la detenzione e il porto in pubblico per gli over 16enni di qualsiasi strumento che nebulizzi un principio attivo naturale a base di Oc, il gas Oleoresin capsicum contenuto nella bomboletta. Lo spray quindi può essere acquistato da tutti coloro abbiano compiuto 16 anni, e mentre inizialmente era venduto nelle armerie e in negozi specializzati, ora è possibile acquistarlo al supermercato, e anche in farmacia. La diffusione dello strumento in Italia ha avuto un trend di crescita dovuto soprattutto all’autodifesa per le donne che purtroppo troppo spesso sono vittime di violenze, aggressioni e scippi. Uno strumento che molto spesso è stato fondamentale per chi, con coraggio e grande prontezza, è riuscita ad usarlo per sventare un’aggressione o peggio. In media nel Lazio sono stati venduti nel 2017 circa 5mila confezioni di spray, con una crescita nel 2018 (primi 10 mesi, oltre 6mila), a fronte di un totale nazionale di circa 70mila in media per anno. Una sempre maggiore richiesta di sicurezza, la facilità di acquisto e i costi accessibili hanno portato ad un vero e proprio boom di vendite.
In alcuni casi, purtroppo come abbiamo potuto vedere dalle cronache drammatiche di questi ultimissimi anni e settimane, il possesso dello spray si è trasformato in abuso e ha portato indirettamente alla morte di giovani e adolescenti. Pensiamo a quanto accaduto da piazza San Carlo a Torino, alla pazzesca tragedia di Corinaldo, mentre in molti altri casi per fortuna, si è solo sfiorata la tragedia come in un istituto superiore di Pavia o a Soncino (Cremona). Anche a Roma e in alcune province del Lazio i casi, in questi ultimi 2 anni, sono cresciuti per l’uso dello spray come strumento di offesa: spruzzato per rapine, per rubare orologi, per creare disordine in un supermercato e fuggire con la cassa. Ma molti sono i casi d’abuso per bravata, ovvero per vedere che effetto fa in un bar, in una discoteca o in un concerto. Un abuso dovuto a volte all’emulazione e all’incoscienza oltre che alla stupidità di chi usa uno strumento di difesa per creare panico. Per questo, ribadendo lo spirito propositivo della mia lettera, e avendo ricevuto numerose segnalazioni che mi giungono da Roma così come da altre zone del Lazio, La invito a voler prendere in considerazione la possibilità di vietare la vendita degli spray nel periodo delle prossime festività di Natale e Capodanno con l’obiettivo di limitare la diffusione di queste bombolette in un periodo particolare dell’anno e nel contempo, per un’azione di prevenzione sul possibile uso sconsiderato del prodotto, di impedire l’ingresso di questi strumenti nei luoghi in cui si svolgeranno eventi pubblici”.
Spray al peperoncino, dalla Regione Lazio appello ai Sindaci
“Illustre Sindaco, Le scrivo con l’intento, costruttivo e non invasivo, di condividere un allarme silenzioso ma molto diffuso tra i cittadini relativo all’uso