Home Politica Anzio – “Illegalità diffusa”, sconforto Pd sul Bilancio

Anzio – “Illegalità diffusa”, sconforto Pd sul Bilancio

E’ una sensazione di sconforto ma non di rassegnazione quella degli esponenti del Pd di Anzio che oggi, prima del consiglio comunale, hanno convocato una conferenza stampa per parlare di un bilancio approvato fuori tempo massimo, di un parere dei Revisori dei conti che da l’ok anche bocciando nella sostanza il documento, dell’impossibilità di svolgere il proprio ruolo democratico di controllo, modifica ed emendamento. “Questa – spiega il segretario Gianni De Micheli (che lo scorso anno si è visto bocciare dal Tr il ricorso sul Bilancio approvato, anche allora fiori tempo massimo e senza rispettare le regole di consegna dei documenti, tra l’altro presentati errati all’opposizione) è per l’ennesima volta la testimonianza di una situazione di inagibilità politica e sociale, su cui a breve torneremo, che parte proprio dalle Istituzioni e dalla politica. Noi – ha poi aggiunto – siamo stati impossibilitati a svolgere il nostro compito. Abbiamo l’onore e l’onere di controllare e proporre migliorie ma ci hanno tagliato fuori”. Quindi ha preso la parola il capogruppo in consiglio Andrea Mingiacchi. “I consiglieri di maggioranza non si interessano di bilancio – ha detto – accettano tutto a scatola chiusa e neanche contribuiscono con eventuali idee. Noi oggi ci troviamo a discutere di tagli per 5,5 milioni con servizi peggiori e tasse invariate. C’è da chiedersi se i tagli di oggi, necessari con il bilancio armonizzato, non si potevano fare prima. Ovviamente nessun taglio all’immondizia, costi alle stelle e servizio pessimo”. Il gruppo del Pd non ha quindi partecipato al voto in consiglio comunale per non avallare un atteggiamento politico ritenuto inammissibile.

Di seguito la dichiarazione dei consiglieri comunali sul bilancio

 

Dichiarazione del Gruppo PD nel Consiglio Comunale del 27.06.2016

“Approvazione del bilancio preventivo dell’esercizio 2016”

I consiglieri del PD, pur partecipando con tutte le possibili obiezioni al dibattito, dichiarano di non prendere parte alla votazione del bilancio preventivo 2016 in quanto persistono le condizioni di grave violazione delle norme in materia di approvoazione dei bilanci prescritte dal T.U.E.L. e dal Regolamento di Contabilità comunale e non intendono legittimitare con la partecipazione alle operazioni di voto una condotta palesemente illegale. Trattasi di gravi menomazioni dei diritti dei cittadini che ledono la legittimità degli atti proposti e votati dal Consiglio Comunale e che gli scriventi hanno più volte rilevato e denunciato, anche attraverso un giudizio pendente presso il TAR.

 

Al riguardo in particolare osserviamo che:

  • la data fissata ex legge al 30 aprile per l’approvazione del bilancio è ampiamente decorsa ed altrettanto superato è il termine ultimo del 9 giugno, assegnato con diffida del Prefetto di Roma;
  • il consiglio comunale è stato convocato il giorno 20 giugno e poi posticipato a lunedì 27 giugno; entrambe le convocazioni sono fuori termine ed entrambe non precedute dalla produzione di atti dovuti e da mettere a disposizione dei consiglieri con modalità e tempi disposti dalle norme. In particolare si riscontrano palesi violazioni dell’art. 174 e seguenti del D. Lgs. 267/2000, nonché dell’art. 25 del Regolamento Contabile del Comune di Anzio approvato con atto del Consiglio Comunale n. 43 del 05.11.2015;
  • tutti i documenti sono pervenuti con un ritardo che ne impedisce l’esame ed assume rilevo particolare il Parere dei Revisori dei Conti trasmesso ai consiglieri il giorno stesso della seduta di consiglio;
  • la convocazione per il giorno 27 ricevuta in data 17 annulla il tempo di 10 giorni assegnato ai consiglieri per proporre emendamenti dal comma 5 dell’art. 25 del Regolamento di Contabilità Comunale. Emendamenti che per essere ammessi al voto avrebbero peraltro dovuto poi essere vagliati dall’ufficio preposto e quindi da revisori. Pur volendo prescindere dalla disponibilità degli atti da emendare, ai consiglieri comunali si impedisce di fatto di svolgere un loro precipuo ed importante compito: presentare emendamenti allo schema bilancio;
  • di pari gravità, per quanto sopra rappresentato, è la violazione dell’art. 26 del Regolamento di Contabilità che disciplina la pubblicità degli atti da porre in votazione e quindi l’informazione del cittadino e la consultazione delle sue rappresentanze (categorie economiche, sociali, sindacali, ecc.).

 

 

Ferma restando la nostra posizione circa il rispetto delle norme che regolano la vita democratica dell’istituzione comunale come prima ineludibile garanzia di legalità, nel merito degli atti che è stato possibile esaminare osserviamo quanto segue:

  • l’entrata in vigore della contabilità per cassa in luogo di quella per competenza, imponendo il reale pareggio di bilancio, fa definitivamente emergere la precaria situazione finanziaria dell’ente ed il rischio di dissesto che da sempre denunciamo;
  • con questo nuovo bilancio comunale si impongono infatti tagli indifferenziati su tutte le voci di spesa a fronte di entrate che invece restano indifferenziate; in altri termini per i cittadini si prevedono le stesse salate tasse e tariffe da pagare, circa 14,5 milioni di euro, in cambio di servizi che subiscono tagli drastici difficili da sostenere e dell’ordine di circa 5,5 milioni di euro nel 2016 che diventeranno 7 milioni euro nel 2017;
  • questa iniqua condizione nella quale si verranno a trovare le famiglie di Anzio è dovuta alla scellerata condotta dell’amministrazione che denunciamo da anni: l’equilibrio di bilancio è stato falsamente assicurato solo da uno spropositato importo dei residui attivi (circa 44 milioni), crediti che l’amministrazione ha già palesemente dimostrato di sapere riscuotere solo in misura irrisoria e con cui gonfia insensatamente la sua capacità di spesa. In breve l’amministrazione da sempre spende molto più di quanto incassa;
  • l’amministrazione di Anzio, pur consapevole delle stringenti congiunture economiche nazionale ed internazionale e della necessità di provvetere a politiche di contenimento della spesa, ha sistematicamente negato ogni confronto in merito alla possibilità di introdurre il “bilancio armonizzato”, come hanno fatto migliaia di comuni “virtuosi” che tempestivamente e con oculatezza hanno ricostruito condizioni di reale equilibrio finanziario beneficiando peraltro di premialità ed incentivi con importanti ricadute nella gestione dei territori (es. superamento del patto di stabilità quindi maggiori investimenti in opere e servizi);
  • questa pesante negligenza ora impone una gigantesca e improbabile opere di bonifica dei residui attivi attraverso la creazione di un fondo di salvaguardia che assorbendo parte rilevante delle entrate (reali) impone una riduzione indiscriminata di ogni spesa (servizi) portando l’ente al rischio di paralisi o insolvenza;
  • l’enormità dei tagli è aggravata dallo loro qualità: si tratta di tagli lineari ed indiscriminati che non obbediscono a nessuna logica pianificatoria. Non c’è negli atti di bilancio nessun documento programmatorio che spieghi le scelte di riduzione dei singoli capitoli di spesa, le priorità stabilite, il reale impatto sull’organizzazione del comune e quindi la loro reale sostenibilità.
  • il FCDE (fondo crediti di dubbia esigibilità) di circa 25 milioni di euro rappresenta esattamente la cifra del buco che da sempre denunciamo, una cifra che non potrà più essere impegnata, 25 milioni di minore capacità di spesa e che espongono, in modo sempre più palpabile, il Comune di Anzio al rischio di non potere più garantire il suo stesso funzionamento ed essere dichiarato in dissesto.

 

 

 

Anzio li 27.06.2016

Andrea Mingiacchi

Ivano Bernardone

Maria Teresa Lo Fazio