Anzio – La ricetta del Pd per salvare il Porto pubblico

In una conferenza stampa, questa mattina, Gianni De Micheli, segretario del Pd di Anzio, ha illustrato la proposta dei democratici per mantenere pubblico il progetto del nuovo porto, annunciando l’iniziativa come il primo di cinque punti programmatici che il partito intende presentare prossimamente come programma per Anzio. “Il porto è pubblico e dei cittadini – ha esordito De Micheli nel suo intervento – un unicum con la città. Nel ’99 si costituì la Capo d’Anzio Spa che doveva essere interamente pubblica, con una partecipazione del 98 per cento da parte del Comune e il restante 2 percento al Monte Paschi Siena, Tesoriere del comune. Poi c’è stata la cessione a Italia navigando anche lei società che doveva essere tutta pubblica ma in realtà c’era già dentro Renato Marconi e, grazie a questa operazione, ci ritroviamo oggi con un socio privato che non abbiamo mai scelto né voluto. L’ingresso del socio non ha avuto una gara di evidenza pubblica e ci sono una serie di problemi evidenziati dal parere legale chiesto proprio dal Comune e dalla Capo d’Anzio all’avvocato Cancrini. Parere che sottolinea tutte le incongruità della situazione e che il Sindaco Luciano Bruschini ha pensato bene di tenere segreto per due anni, chiudendolo in un cassetto. Il consiglio comunale – ha aggiunto De Micheli – ha votato la riacquisizione delle quote ma nulla è poi stato fatto. Oggi invece ci sono una serie di difficoltà anche solo per mantenere la quota di maggioranza. La S.p.A non riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi societari nel 2015, e il comune non può sostenere un aumento di capitale. Il rischio è dover cedere le quote pubbliche. Fatto da scongiurare. Noi – conclude – proponiamo ora l’azionariato diffuso con una prospettiva di minoranza. Serve la rinuncia alla prelazione di Marineri e Capo d’Anzio e una procedura di evidenza. Oggi il capitale sociale è 70mila euro, perché il comune non ha potuto ricapitalizzare, ha ridotto il capitale sociale ed ha il 61% delle quote. L’iniziativa che proponiamo è emettere circa 1000 nuove azioni, portare la Capo d’Anzio al 50,1%, la Marinedi al 32% e i nuovi soci cittadini al 17,9. Così – conclude De Micheli – oltre a salvare la maggioranza pubblica e il porto pubblico si possono mettere in sicurezza i conti della società.  Ovviamente, un’operazione del genere deve prevedere l’azzeramento dell’attuale Cda che è assolutamente inadeguato ed ha offerto spettacoli indegni e l’individuazione di un manager di spessore per gestire la situazione”. De Micheli, infine, non nasconde la volontà di modificare gli aspetti del progetto del Porto che non gli piacciono. “Ma – ha concluso – dobbiamo partire dal salvataggio della Spa”.