La situazione di inquinamento della foce del fosso Loricina, a Nettuno, continua a essere un preoccupante anche per la situazione di sversamento costante in mare. Lo certificano sia l’ordinanza con cui il commissario prefettizio Bruno Strati ha interdetto una vasta porzione di mare alla balneazione proprio in prossimità di quello che a Nettuno è noto come il “Fiumitto”, sia i dati resi noti da Legambiente.
Secondo il reportage di Legambiente, reso noto nell’ambito delle iniziative collegate con Goletta Verde, la foce del Loricina è un sito “fortemente inquinato”: da anni, infatti, l’associazione denuncia la mancanza di veri interventi per evitare che il mare del centro di Nettuno venga contaminato dai batteri che arrivano dal fosso che nasce nel territorio di Aprilia, attraversando gran parte della campagna romana a valle dei Castelli. Interventi che, salvo quelli effettuati dalla polizia locale guidata dal Comandante Antonio Arancio e da Acqualatina nel territorio di Nettuno, pare non siano così efficaci in altre zone.
Alla luce dei dati il commissario Strati è stato obbligato ad emanare i divieti di balneazione: chiaramente, non manca quello per i nove chilometri di costa incontaminata del poligono militare, necessario proprio per la presenza dell’Uttat. Poi, l’altro riguarda proprio l’area della foce del Loricina: non si possono fare bagni fra il porto turistico e i 300 metri a sinistra – rivolti verso il mare – dallo sbocco del canale.
Quello che sarebbe necessario, oltre ad un monitoraggio degli scarichi nel fiume, lungo tutto il percorso, è portare a completamento il progetto di intasamento del fiume, che potrebbe dare nuova vita al tratto di litorale che da Porto va fino a Cretarossa.
Fosso Loricina fortemente inquinato, confermanto il divieto di balneazione
La situazione di inquinamento della foce del fosso Loricina, a Nettuno, continua a essere un preoccupante anche per la situazione