Per numero di reati commessi nel contesto europeo il Lazio con il suo 11, 3 reati ogni 10.000 abitanti, si pone come una delle regioni più sicure seguita da Oslo (9,2) e ben distante dalle regioni capoclassifica Bruxelles (80,1) e Parigi (48,5). La Capitale d’Italia invece in senso opposto, conferma quasi invariata la sua posizione almeno per i reati di tipo predatorio. Il dossier sulla criminalità stilato da Eures in collaborazione con l’Osservatorio Tecnico-Scientifico per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio offre diverse angolazioni di letture, segnalando luci ed ombre di un fenomeno complesso come la criminalità. La nostra Regione si aggiudica il poco lusinghiero primato di luogo meno sicuro per la sicurezza delle auto, ma allo stesso tempo è quella con indice più basso per “furti con strappo” e rapine. Inoltre i dati relativi ai reati denunciati a Roma e provincia nei primi 9 mesi del 2014 evidenziano rispetto all’anno precedente un’inversione di tendenza con un decremento dell’ 8,1% dei reati violenti come omicidi, violenze, lesioni ma allo stesso tempo confermano un aumento di furti e rapine confermando la diversa intensità con cui la criminalità colpisce le differenti realtà territoriali. Questi dati così importanti per definire numericamente un fenomeno odioso come la criminalità non fanno altro che confermano l’esistenza di una realtà difficile. Una realtà colpita dalla crisi economica in maniera sferzante in cui in mancanza di certezze aumentano fenomeni come l’usura e reati contro il patrimonio. Dati che confermano il bilancio di fine anno dei carabinieri di Anzio e Nettuno, che parlano dell’assenza nel 2014, di reati gravissimi (nessun omicidio) e della diminuzione di quelli predatori, grazie a dei maggiori controlli disposti sulle strade.