“I livelli degli inquinanti sprigionati dal rogo della Eco X di Pomezia arrivano anche a 4.000 volte al di sopra dei limiti prescritti dalla legge“. Questa la dichiarazione rilasciata nella giornata di ieri da Marco Lupo, direttore generale dell’Arpa Lazio, l’agenzia regionale per la protezione ambientale.
Una affermazione allarmante corredata da una schiera di dati frutto delle analisi basate sui campionamenti effettuati fra il 5 e 6 maggio nel raggio di 200 metri dal luogo del disastro.
Per quanto riguarda le diossine, sostanze cancerogene e derivanti dalla combustione della plastica, è risultato un valore di 77,5 picogrammi al metrocubo, a fronte di un “fondo naturale” di 0,1 picogrammi al metrocubo a fronte del fatto che dovrebbero essere sostanzialmente assenti.
Al capitolo idrocarburi le analisi recitano 9,1 nanogrammi per metrocubo: un dato assolutamente negativo, riferito a soli due giorni. Per avere un’idea, la soglia di tolleranza è 1 nanogrammo per metrocubo per 365 giorni.
In ultimo ci sono i PCB, sigla che sta policlorobifenili, anch’essi nocivi per la salute dell’uomo, sono stati rilevati 394 picogrammi per metrocubo: sono quelli che sforano maggiormente le soglie di guardia, poiché sono di 4.000 volte superiori al consentito dalla normativa.
Al momento si rimane in attesa dei dati relativi alle rilevazioni in un raggio superiore ai 200 metri dal sito della Eco X a Pomezia.
(di Daniele Mancin)