Home Cronaca Caso Pinna, tra le condanne un’assoluzione

Caso Pinna, tra le condanne un’assoluzione

Si è chiuso il primo grado del processo per la morte di Elisabetta Pinna davanti alla II Corte d’assise di Latina. La donna di 85 anni è deceduta nella clinica Villa Sant’Andrea di Aprilia nel 2010 in circostanze sospette. L’accusa, infatti, ha ipotizzato per cinque imputati l’ipotesi di omicidio volontario per aver lasciato l’ospite della clinica senza cure, cibo ed acqua nel suo letto. Pinna morì dopo 33 giorni all’ospedale di Gallarate dove era stata trasferita dall’ospedale di Anzio. La sentenza di primo grado ha confermato la richiesta dell’accusa di 14 anni e 1 mese di carcere per Alfio Quaceci, 71 anni, gestore della comunità alloggio Villa Sant’Andrea, per la sua più stretta collaboratrice, Maria Grazia Moio, l’infermiera Gheorgeta Palade, romena, residente a Nettuno, e per gli operatori Noemi Biccari, di Nettuno. Assolta, invece,  Carmelina Maggiordomo, di Anzio nonostante la richiesta di condanna, con formula piena per non aver commesso il fatto, e difesa dagli avvocati Fabrizio Lanzi e Raffaella Ludovisi. Per una quarta infermiera Luciana Liberti, sempre di Nettuno, il Pm aveva chiesto l’assoluzione. “E’ il termine di un calvario per lei – dicono i legali di Carmelina Maggiordomo  – che si è dimostrata completamente estranea ai fatti e da parte nostra è una grande soddisfazione. Per quanto riguarda Maria Grazia Moio invece – aggiunge l’avvocato Lanzi – avevamo chiesto anche la derubricazione del reato in omicidio colposo. Ora aspettiamo 90 giorni per la deposizione delle motivazioni della sentenza e valutare il ricorso in appello”.