Home Cronaca Sopralluogo al molo Pamphili, spinte e minacce al personale della Capo d’Anzio

Sopralluogo al molo Pamphili, spinte e minacce al personale della Capo d’Anzio

E’ stata inviata all’Ufficio Circondariale Marittimo di Anzio, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, alla Regione Lazio Area Porti e Trasporto Marittimo, alla Regione Lazio Area Difesa del Suolo e Bonifiche, alla Capitaneria di Porto Direzione Marittima di Civitavecchia, alla Capitaneria di Porto di Roma Fiumicino, al Comando Compagnia Carabinieri Anzio, alla Guardia di Finanza Compagnia di Nettuno e Sezione Operativa Navale Anzio una denuncia, supportata da un filmato, a firma dell’Amministratore delegato della Capo d’Anzio Spa Enrico Aliotti relativa ad un brutto episodio che si è verificato nei giorni scorsi sul molo Pamphili. Significativo l’oggetto della lettera: “Ormeggio unità da diporto non autorizzato – scontri durante il sopralluogo tecnico”.

“Con la presente – si legge nella lettera – la Scrivente, facendo seguito la precedente nota prot. n. 6/P/2015 trasmessa in data odierna comunica che, durante le operazioni di aggiornamento del censimento delle imbarcazioni presenti in porto (operazione rientrante tra quelle necessarie alla redazione della progettazione esecutiva di cui al cronoprogramma approvato dalla Regione Lazio ed allegata al verbale di consegna del 2/7/2014), il nostro personale nelle persone del Direttore del Porto, ingegner Emanuele Montani Fargna, e dell’ormeggiatore Federico Di Vittorio, è stato spintonato e minacciato da parte di membri delle Cooperative Ormeggiatori Sant’Antonio e Piccola Pesca con espressa diffida a lasciare i luoghi in quanto la presenza della Capo d’Anzio S.p.A. era da considerarsi non gradita e addirittura illegittima. Precisiamo che i fatti si sono svolti sulle banchine interne alla Darsena Pamphili del porto di Anzio, zone demaniali mai in precedente concessione alle suddette Cooperative. Di tale comportamenti possiamo rendere prova videoripresa e prova testimoniale. Pertanto, essendo i comportamenti oggi subiti dal nostro personale evento non sporadico, non riteniamo possibile continuare in tali operazioni riguardanti la verifica e l’inventario degli ormeggi non autorizzati nelle aree in concessione alla Capo d’Anzio S.p.A. Con la presente chiediamo alle Vs. Ill.me Amministrazioni ed Autorità di voler ristabilire il necessario clima di legittimità e di bonifica di attività non autorizzate dagli Organi preposti”. Interpellato sull’episodio il Presidente della Capo d’Anzio Spa Luigi D’Arpino, di solito loquace, non ha voluto rilasciare dichiarazioni, riservandosi di dire la sua sull’episodio nei prossimi giorni.