Home Cronaca Ucraina, oggi il G7, Draghi: “Pronti ad adottare ogni decisione necessaria”

Ucraina, oggi il G7, Draghi: “Pronti ad adottare ogni decisione necessaria”

Mario Draghi diretta
Mario Draghi diretta

“Quanto succede in Ucraina riguarda tutti noi. Il nostro vivere da liberi, le nostre democrazie”.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi, questa mattina, ha avuto, subito dopo il Consiglio dei Ministri, un breve incontro con la stampa di 5 minuti in cui ha ribadito la posizione dell’Italia contro la guerra e accanto ai paesi Nato e al governo Ucraino di Zelensky. Quello del Capo del Governo italiano è stato un discorso chiaro: frasi brevi, parole dirette e nessuna pausa al caso, non lasciando trasparire dubbi su quella che è la linea d’intervento che seguirà l’italia.
“L’Ucraina è un paese europeo, una nazione amica, è una democrazia colpita nella propria legittima sovranità” afferma Draghi.
Una frase semplicissima che rende esplicito in maniera equivocabile da che parte sta l’Italia: quella del governo Ucraino che da tempo vuole avvicinarsi all’Europa e accogliere sul proprio territorio basi militari Nato.
La causa delle tensioni tra Russia e Nato è da ricollegarsi proprio a questa volontà Ucraina, di redimersi dal ruolo di “stato cuscinetto” della Russia per entrare a far parte della ben più inclusiva Europa. Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha dato il via ad una serie di escalation militari che sono arrivati al culmine questa notte con gli attacchi ai punti nevralgici dell’Ucraina con bombardamenti aerei, d’artiglieria, e con l’invasione delle truppe terrestri che si muovono dal sud (dalla Crimea), da nord (dalla Bielorussia) e da est (dalla Russia). Ma gli attacchi di oggi non sono ancora l’apogeo di un conflitto che ha profondamente scosso l’Europa. Nessun paese europeo, infatti, è rimasto indifferente alle immagini che arrivano dal paese ucraino: bombardamenti, colonne di macchine in fuga, negozi alimentari presi d’assalto, famiglie in fuga dalle città. La Nato, Italia compresa, non ha intenzione di rimanere indifferente perché, come aggiunge Draghi, “solidarietà piena e incondizionata del popolo e del governo italiano al popolo ucraino. Quanto succede in Ucraina riguarda tutti noi, il nostro vivere da liberi, le nostre democrazie”.
In Italia questa mattina, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato il Consiglio Supremo di Difesa e nelle ultime ore, i paesi Nato sono in mobilitazione, da fonti non confermate arrivano notizie di movimenti delle truppe statunitensi nei paesi Nato confinanti con l’Ucraina. Poche ore fa Lituania e Polonia hanno dichiarato lo stato di emergenza appellandosi all’articolo 4 del Patto Nato, chiedendo il supporto degli altri paesi dell’alleanza atlantica.
“La nostra ambasciata a Kiev è aperta – spiega Draghi alla stampa nella Sala dei Galeoni di Palazzo Chigi – pienamente operativa, in pieni rapporti con le autorità ucraine, in stretto coordinamento con le altre ambasciate, anche a tutela di circa 2mila italiani residenti. L’ambasciata italiana resta in massima allerta, pronta ad adottare ogni decisione necessaria – non indugia il premier a pronunciare queste parole, alzando lo sguardo diretto alla platea – l’Italia, l’Europa e tutti gli alleati chiedono al presidente Putin di mettere fine immediatamente allo spargimento di sangue e di ritirare le proprie forze militari al di fuori dei confini internazionalmente riconosciuti dell’Ucraina.Con gli alleati nella Nato ci stiamo coordinando per poter adottare immediatamente le misure di sicurezza sul fianco est dell’Alleanza e stiamo rafforzando il nostro già rilevante contributo allo spiegamento militare nei nostri paesi alleati più direttamente esposti”.
Domani ci sarà un tavolo tra i Leader della Nato, mentre in queste ore si sta tenendo una consultazione del G7 alla quale parteciperà anche il Segretario Generale della Nato. Al termine del vertice tra i grandi del mondo, il premier Draghi si recherà a Bruxelles per un Consiglio Europeo Straordinario per decidere il pacchetto di sanzioni alla Russia. Restano ore di massima tensione sia in Europa che sui suoi confini più vicini. Mentre in Ucraina continuano i combattimenti per frenare l’avanzata russa sulla capitale Kiev, nei paesi atlantici si fa sempre più concreta la strada dell’intervento in soccorso della democrazia ucraina.