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L’Associazione Luca Coscioni vince al Tar: “Peba da rifare a Pomezia”

“Il Tar del Lazio con sentenza numero 20867/2024 ha accolto il ricorso curato dall’avvocato Alessandro Gerardi per conto di Daniele Renda e dell’Associazione Luca Coscioni, contro il comune di Santa Marinella. Il Tribunale amministrativo ha riconosciuto che il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (Peba), approvato dal Comune di Santa Marinella è “lacunoso, sia per quanto riguarda i luoghi presi in considerazione sia per quel che concerne i possibili ostacoli a soggetti affetti da disabilità visiva”. Il Comune di Santa Marinella dovrà, entro 180 giorni, “provvedere all’adozione di un piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche completo” pena la nomina di un commissario ad acta. È la prima pronuncia di questo tipo sui Peba e i giudici hanno riconosciuto che questa è un’attività obbligatoria e non discrezionale e il comune non può, nemmeno per motivazioni di natura economica, giustificarne la mancata o incompleta redazione. La sentenza di Santa Marinella si unisce a un filone giudiziario che Alc sta portando avanti per far applicare finalmente la legge sui Peba, approvata nel 1986 e che obbligava tutti i comuni Italiani ad essere dotati di una pianificazione, entro il 1987, completa degli interventi necessari per garantire l’accessibilità della città, rimuovendo tutte le barriere senso-percettive e fisiche che non garantiscono la libertà di movimento dei cittadini. È una battaglia questa che non è a tutela solo delle persone con disabilità ma di tutti i cittadini perché l’abbattimento delle barriere tutela tutte le fasi della vita di una persona, soprattutto quelle di maggior fragilità come quando si è bambini o anziani. Ed è anche per questo che il comune di Pomezia è stato condannato nel 2023, grazie ad un’azione legale promossa sempre dall’Associazione Luca Coscioni, per “condotta discriminatoria” vista l’assenza di un Peba nel comune di Pomezia. La condanna ha comportato l’abbattimento di alcune barriere che hanno portato, ad esempio, al rifacimento dei marciapiedi di via Orazio e del Lungomare delle Sirene. Durante l’iter giudiziario che ha portato alla condanna del comune il precedente consiglio comunale aveva approvato un “Peba” che comprendeva solo 39 punti, tra cui troviamo ben otto punti riguardanti la riverniciatura dei parcheggi riservati alle persone con disabilità. È uno pseudo Peba che, come abbiamo fin da subito e ripetutamente segnalato e come ora confermato dalla sentenza del Tar, è insufficiente per le esigenze di una città delle dimensioni e con le complessità di Pomezia, che meriterebbe un Peba che non sia solo un’opportunistica lista di piccoli interventi ma un piano sistematico di intervento. In sostanza, con la sentenza di Pomezia si stabiliva l’obbligo dei comuni di redigere un Peba pena il permanere in condizione di condotta discriminatoria, la sentenza del Tar inoltre entra nel merito di “come” deve essere redatto un Peba; questo per evitare, come nel caso di Pomezia e Santa Marinella, che vengano approvati Peba di facciata e inconsistenti. Per questo chiediamo al sindaco di Pomezia, Veronica Felici, e a tutto il Consiglio Comunale di non lasciare passare ulteriore tempo, revochino la delibera del finto Peba e costruiscano un piano credibile di abbattimento delle barriere architettoniche”. Questa la nota di “Cellula Coscioni Pomezia”.