Una appello accorato quello rivolto al sindaco di Nettuno Angelo Casto da parte dei genitori dei piccoli calciatori del “Don Pino Puglisi”, un’associazione sportiva nata nel 2013 all’interno del II Istituto comprensivo di Nettuno che non ha una sede ed è per questo costretta per far giocare i suoi ragazzi ad “appoggiarsi” ad altre società del territorio.
“Ci piacerebbe tanto poterla invitare ad assistere ad un allenamento o ad una partita dei nostri ragazzi – si legge nella lettera – per toccare con mano la serenità, il clima di puro divertimento ed educazione che si respirano in quest’associazione, oggi piuttosto rari nell’ambiente calcio, ma non sapremmo dove ospitarla. Sono ormai tre stagioni, infatti, che i nostri figli devono spostarsi, per poter seguire i corsi, da un impianto sportivo privato ad un altro. I più grandi, poi, dobbiamo accompagnarli ad Anzio, presso il Bruschini, con grande disagio per noi genitori che quel tragitto dobbiamo farlo tre/quattro giorni alla settimana, andata e ritorno, e in orari poco consoni a ragazzi di 13/14 anni, specie nella stagione invernale. Purtroppo il Bruschini ospita tante squadre di Anzio ed è già tanto se ci accoglie ogni anno e se ogni anno riesce a ritagliarci uno spazio per gli allenamenti e per la consueta partita domenicale dei nostri ragazzi. Alcuni di noi non hanno nemmeno un mezzo di trasporto e gli spostamenti diventano davvero un problema. Nonostante i mille disagi continuiamo a scegliere la don Pino Puglisi perché ne condividiamo lo spirito e crediamo nei valori che attraverso lo sport vengono veicolati. Ora noi ci chiediamo: è giusto che un’associazione che conta più di 80 iscritti, nata all’interno di una scuola di Nettuno, per volontà di insegnanti e genitori, senza scopo di lucro, avulsa dalla politica e aperta al sociale, debba essere costretta a migrare ad Anzio per trovare un campo di calcio disponibile? Eppure a noi risulta che l’impianto Luigi Rizzo, per esempio, che poi è proprio adiacente al II Istituto Comprensivo ubicato nel quartiere dove la maggior parte di noi abita, non ha più neanche una propria squadra e ospita squadre che hanno già un proprio impianto o che addirittura vengono da altri comuni. Confidenti che l’oggetto di questa lettera possa attirare la Sua attenzione, attendiamo delle risposte……..o magari la possibilità di poter usare un campo assegnato a chi non lo può usare per carenza di iscritti, nell’attesa di incontrarla personalmente, magari sugli spalti, durante una bella partita di calcio, le porgiamo, con stima, distinti saluti”.