Home Sport Nettuno – Bando Borghese, i casi di Grosseto e Parma

Nettuno – Bando Borghese, i casi di Grosseto e Parma

“La revoca del bando è positiva perché quello a cui abbiamo partecipato non era vantaggioso per una società rispetto, ad esempio, ai bandi che ultimamente sono stati fatti in città come Parma e Grossetto sempre riguardanti lo stadio di Baseball. A Nettuno il bando che era stato fatto rappresentava la fotografia di un impianto commerciale, che non è la realtà del Borghese in questa città. Un impianto nato solo ed esclusivamente per ospitare le partite della squadra cittadina”. Con queste parole venerdì scorso in conferenza stampa il dirigente del Nettuno Baseball City Gianluca Faraone aveva commentato la revoca del bando di gara dello Stadio Steno Borghese. In cosa, però, sono diversi i bandi di gara degli stadi di baseball di Parma e Grosseto?

Partiamo dallo Stadio Jannella di Grosseto. La cosa che è immediatamente salta all’occhio da questo bando è la compartecipazione del comune alle spese per una cifra considerevole di 70mila euro all’anno, cosa che nel bando di gara nettunese totalmente assente. Cosa più importante, però, è che il bando della città toscana è che l’ammissione a partecipare al bando era alle società che abbiano svolto attività sportiva di baseball prevista dall’impianto. Altro requisito fondamentale previsto dal bando dello Jannella era “L’esclusiva condizione […] che l’affidatario mantenga per tutta la durata della convenzione la partecipazione diretta con la propria squadra […] al campionato di serie A oppure della IBL1. L’impianto dovrà essere utilizzato per la pratica primaria agonistica del baseball […] e soltanto in via secondaria potranno essere svolte iniziative ludiche e spettacolaristiche di qualunque genere”. Una tutela evidente dello sport per il quale è destinato l’impianto e per la squadra che rappresenta la storia della città in questa disciplina nonostante il baseball non sia lo sport principale di Grosseto.

Altro punto contestato dal Nettuno Baseball City era l’assegnazione dei punti che non davano l’adeguato spazio proprio alla società che avrebbe portato avanti la tradizione sportiva della città del baseball. Tra le dicitura con l’assegnazione di più punti, infatti, nel caso di Grosseto era assegnato all’attività svolta sul territorio (max 20 punti). Altri dieci punti erano assegnati per la sede legale nel caso stesse nel comune di Grosseto, mentre per l’attività giovanile erano previsti solo 5 punti contando che Grosseto come Nettuno ha altre realtà nel territorio che si occupano del settore giovanile non sotto il controllo diretto della prima squadra della città. Per la qualificazione degli insegnanti erano inoltre previsti solamente due punti.

Nel bando dello Steno Borghese di Nettuno, invece, l’assegnazione maggiore di punti era tutta legata nella voce “Piano gestionale di utilizzo dell’impianto” non all’attività della prima squadra di baseball, motivo per il quale l’impianto è stato costruito all’inizio degli anni ’90 e considerato che le giovanili (fino all’Under21) non possono giocare su quel diamante perché troppo grande, ma a quasi tutte attività riconducibili all’attività giovanile quando il Nettuno Baseball City non ha settore giovanile. Nessun riferimento all’interno del bando, invece, riportava assegnazioni di punti o priorità a società che avrebbero portato avanti la storia del primo sport cittadino.

Altro punto contestato è quello del canone annuo. Si partiva da un minimo di 10mila – 15mila euro per un anno di contratto fino a 45mila euro per 5 anni o più di contratto, con una percentuale di abbattimento del canone dal 20 al 50%. A Grosseto, invece, oltre alla compartecipazione del comune, era stato fissato un canone di 4mila euro con la durata della convenzione fissata in 36 mesi.

Di contro i giorni a disposizione durante l’anno a disposizione del Comune di Grosseto erano 10, mentre per il Borghese secondo il bando pubblicato dall’allora Commissario Prefettizio Raffaela Moscarella erano solamente 3. Nel bando dello Jannella era anche specificato che: “Per eventuali iniziative che il come non fosse in grado di programmare entro i termini stabiliti ne concorderà le date con il concessionario tendendo conto degli impegni da quest’ultimo assunti e che non sia modificare senza pregiudizio per le attività principali”. Insomma, il baseball prima di tutto.

Sulla falsa riga di quello di Grosseto anche il bando del comune di Parma per lo stadio di baseball (inserito però in un centro sportivo) come si evince dall’avviso pubblico per manifestazione di interessa finalizzata all’affidamento del centro sportivo Notari. La durata della convenzione, in questo caso, è simile al bando nettunese (4 anni più 2 per Parma, 7 per Nettuno), ma come Grossetto il comune ducale ha previsto di un corrispettivo da erogare alla società di 60mila euro l’anno con il Canone di Gestione fissato a 10mila euro, ma con l’abbattimento fino al 50%. Anche qui si può notare come maggiore rilevanza ai fine dell’assegnazione abbiano avuto l’esperienza nel settore e il radicamento sul territorio e solo in ultimo l’organizzazione di attività a favore dei giovani visto che il campo di baseball è comunque pensato per le squadre seniores che militano nei maggiori campionati nazionale e nelle competizioni internazionali.