Era atteso per giugno, ed invece è stato pubblicato nei giorni scorsi il bando per la gestione degli impianti sportivi Celestino Masin (calcio) e Steno Borghese (Baseball) i due maggiori del territorio nettunese. Queste determine (la 102 del 22 aprile 2016 per quanto riguarda il Masin e la 100 del 22 aprile 2016 per quanto riguarda il Borghese) sono la conclusione dell’iter avviato dal commissario prefettizio Raffaela Moscarella con la delibera commissariale 77 del 15 dicembre 2015 con la quale furono approvate le linee guida per l’affidamento della gestione degli impianti sportivi comunali, insieme al Regolamento approvato con la delibera commissariale n° 2 del 23 febbraio 2016. I canone annui sono stati fissati a 8.400 euro + IVA per il Celestino Masin 16.800 euro + IVA per il Borghese. Entrambe le strutture al momento sono affidate in via temporanea a Nettuno Calcio e Nettuno Baseball City che puntano ora a presentare un progetto per ottenere la concessione per sette anni così come previsto dal bando, concessione che potrà prevedere un aumento di ulteriori cinque anni “Derivanti dagli investimenti di tipo migliorativo che il partecipante sarà disposto ad eseguire nei primi sette anni. La stazione appaltante – si legge nel bando – potrà revocare la concessione se allo scadere della metà del periodo stabilito quale durata della concessione non siano stati effettuati lavori per almeno il 50% di quanto pattuito in sede di gara”.
Resta l’obbligo di fruizione degli impianti a titolo gratuito da parte dell’Amministrazione comunale per un massimo di 72 ore annue compatibilmente con gli impegni eventualmente già programmati dal concessionario.
Inseriti tra i requisiti soggettivi l’elemento di territorialità come si legge nel punto 9 del bando che obbliga la presenza di almeno un requisito tra 1) affiliazioni a federazioni del Coni o a Enti di promozione sportiva, società e ASD; 2) Associazioni iscritte nei registri comunali, espressione del territorio che da anni operano nel settore sportivo per le attività praticate nell’impianto con finalità formiche, ricreative e sociali nell’ambito dello sport e del tempo libero; 3) Non trovarsi in alcuna delle condizioni di esclusione dalla partecipazione alle procedure selettive di cui al vigente Codice degli appalti.
Punto di possibile dubbio, invece, l’articolo 6 della bozza di concessione (lo stesso che obbliga il concessionario a concedere l’impianto all’Amministrazione comunale secondo i limiti prima citati) in cui si legge “Il concessionario si impegna altresì a stipulare apposita convenzione per l’utilizzo dell’impianto con le squadre recanti il nome “Città di Nettuno”, da concordarsi con l’Amministrazione comunale”. Un punto che evidentemente punta ad evitare che si ripeta il contenzioso dei due anni appena trascorsi con il Borghese “conteso” da due società (“Città di Nettuno” e “Nettuno 2”) militanti nel massimo campionato di baseball. Il punto contestabile sta nel fatto che nel baseball prima, e nel calcio poi sono esistite squadre con la denominazione “Città di Nettuno” cosa che fa pensare che forse sarebbe stato meglio fare riferimento alla territorialità e all’importanza sportiva, nonché al livello del campionato agonistico a cui la squadra partecipa, per evitare possibili fraintendimenti.