Home Cronaca I CONSIGLI DELLA PSICOLOGA – L’Ansia, sintomi e soluzioni

I CONSIGLI DELLA PSICOLOGA – L’Ansia, sintomi e soluzioni

Da oggi si apre sul nostro giornale una nuova rubrica sulla psicologia a cura della dottoressa Elena Cagnacci, che si è formata a Roma e di recente ha iniziato a esercitare ad Anzio e Nettuno.

La dottoressa Cagnacci, iscritta all’Albo della regione Lazio, si è specializzata in mediazione familiare con una specializzazione nella scuola sistemico relazionale di terapia familiare (Iefcos), ha prestato volontariato presso il Centro di Sanità mentale di Ostia con le famiglie dei pazienti psichiatrici e ha seguito i percorsi adottivi, famiglie multiproblematiche e coppie in corso di separazione e divorzio. E’ consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Velletri.

“Tratteremo temi di attualità o suggeriti dai lettori – spiega – e risponderemo alle domande sul mondo della psicologia, un mondo pieno di dubbi, pregiudizi e credenze, ma anche un luogo magico e inesplorato, che spesso e volentieri suscita curiosità e interesse”.

Oggi vi parlo di…

 Che ansia!

Alzi la mano che non ha mai detto “C’ho un’ansia oggi…” parlando di quella sensazione di stomaco attorcigliato e batticuore che generalmente si sente di fronte ad una prova o ad un qualcosa che ci spaventa. L’ansia così come ci viene “insegnata” dai film o dalla televisione consiste in un sentimento di agitazione che può avere varie manifestazioni sia a livello del corpo (fisiche, “sintomi somatici” quali la tachicardia o le palpitazioni, la sudorazione, il nodo alla gola, la secchezza delle fauci, il rossore improvviso, etc… ), che della mente (“sintomi psichici”, quali la sensazione di  insicurezza, del non farcela, del non possedere le stesse capacità degli altri, ma anche la sensazione di essere bloccati o la paura generica) che possono essere più o meno evidenti, più o meno intensi e più o meno ostacolanti per la vita di tutti i giorni. Ma cos’è l’ansia per gli psicologi? Secondo i “testi sacri” della psicologia (DSM-IV, Manuale diagnostico delle malattie psichiche) la parola ansia non indica un disturbo preciso, al punto che in quelli che vengono definiti “disturbi d’ansia” rientrano tantissimi disturbi: attacco di panico, agorafobia, fobia sociale, fobia specifica, disturbo ossessivo- compulsivo, disturbo post-traumatico da stress, disturbo dell’adattamento e disturbo d’ansia generalizzato.  Tutti questi disturbi hanno in comune un vissuto, quello ansioso. Cos’è allora il vissuto ansioso? Il vissuto ansioso è una evoluzione di un’emozione arcaica, una delle cinque principali che accumunano l’umanità: la paura (le restanti sono rabbia, tristezza, gioia e disgusto). La paura in passato era fondamentale: permetteva di salvarsi di fronte ad una minaccia, prevalendo su tutte le altre emozioni e consentendo l’attacco o la fuga. Così come in passato, allo stesso modo oggi sperimentiamo la paura quando viene minacciato un nostro scopo personale e più è importante lo scopo e più è intensa la paura. Ma allora perché la chiamiamo ansia e come si differenzia dalla paura? L’ansia è rivolta al futuro, ad una minaccia che non è ancora avvenuta, allo scopo che non è stato ancora compromesso ed ha quindi una funzione preventiva. Inoltre, parliamo di paura se la minaccia è chiara e definita ed è legata ad una situazione presente (ad esempio se trovo un cane che ringhia proprio a me avrò paura!), mentre si parla di ansia quando la stessa minaccia non è definita e l’evento non solo non è immediato, ma non è detto che si realizzi (ad esempio sono al parco e c’è il famoso cane che gioca con gli atri cani ed io sono in ansia che possa aggredirmi pur standogli lontano e vedendolo impegnato).

L’ansia quindi implica dei ragionamenti più complessi (ipotetici a medio e lungo termine) ed è un campanello di allarme per un presunto pericolo. Quando sentiamo quella famosa sensazione dovremmo quindi chiederci da cosa il nostro corpo e la nostra mente sentono di doversi difendere e perché riteniamo quella cosa potenzialmente pericolosa! Idealmente bisognerebbe imparare a divenire un po’ “amici” di quel vissuto e saperlo ascoltare per capire cosa ci sta dicendo… se non puoi combattere i tuoi nemici allora falli diventare tuoi amici e loro non saranno più una minaccia per te!

 

Elena Cagnacci, psicologa e psicoterapeuta

La settimana prossima tratteremo “quando l’ansia mi porta in pronto soccorso

Dott.ssa Elena Cagnacci 

Psicologo – psicoterapeuta

Consulente tecnico d’ufficio del Tribunale di Velletri

Consulente di mediazione familiare

Via Gorizia 17 (Nettuno) tel 3498423141