La sezione Misure di Prevenzione del Tribunale capitolino, sulla base delle indagini economico-patrimoniali svolte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Nettuno, coordinate dal II Gruppo di Roma, aveva disposto, nel 2017, il sequestro di beni mobili e immobili nei confronti di un noto pregiudicato, già condannato per i reati di associazione a delinquere, furto, riciclaggio e ricettazione.
“I militari, ai quali non era sfuggita la rilevante sproporzione tra l’elevato tenore di vita condotto dall’uomo e dai suoi familiari e gli esigui redditi dichiarati al Fisco – si legge nella nota stampa della Finanza – avevano passato al setaccio la sua ‘carriera’ criminale e le ricchezze possedute, riscontrando la sussistenza dei presupposti per l’applicazione della normativa antimafia. Gli accertamenti avevano confermato che i proventi delle attività illecite erano stati investiti nell’acquisto di diversi beni, alcuni dei quali fittiziamente intestati a familiari ma di fatto nella disponibilità dell’uomo, tra cui due Lamborghini e una Porsche”. La Corte di Cassazione, riconoscendo la fondatezza del quadro indiziario, ha rigettato l’appello proposto dai difensori dell’uomo disponendo la confisca definitiva.