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La difesa d’ufficio della Fake news del Granchio e il dovere della verità

Leggiamo non senza sorpresa l’articolo dei colleghi del Granchio, dal titolo “Coronavirus: quando una good news diventa una fake news“. Il settimanale locale si scaglia contro chi ha scritto che la notizia dei ragazzi di Nettuno negativi al Coronavirus era una fake news. Quindi il giornale usa l’aggettivo “gravissimo” in riferimento al comportamento dei colleghi che hanno smentito la notizia e chiosa “Questo è oggi il giornalismo sul nostro territorio. Purtroppo”.

I giornalisti del Granchio si autoproclamano oggetto dell’articolo di smentita rispetto a quella che definiscono una “good news” e precisano che la notizia “l’avevamo pubblicata solo noi del Granchio”. Infine sempre dal Granchio sottolineano “Mai ci saremmo sognati di sminuire o negare le notizie – soprattutto se sono buone notizie – pubblicate da altre testate giornalistiche. Rispettiamo il lavoro degli altri e pretendiamo che gli altri rispettino il nostro”.

In merito a questa notizia ci sono diverse cose da precisare. I giornali a smentire la fake news dell’esito negativo dei ragazzi di Nettuno al Coronavirus sono stati il Caffè e il Clandestino giornale, tra l’altro i primi a dare la notizia a tutti, compresi i colleghi della stampa, che dell’arrivo dell’ambulanza dello Spallanzani a Nettuno non ne sapevano proprio nulla e molti dei quali (ma non tutti), hanno chiamato la nostra Redazione per chiedere conferma sulle basi della veridicità dei fatti raccontati. Il Clandestino giornale dopo aver pubblicato la notizia è stato contattato da tutti: Questura, Carabinieri, Ospedale, Autorità, che non erano a conoscenza diretta del fatto. Ed è stata fornita la massima collaborazione sulla situazione.

Quando il Caffè e il Clandestino hanno smentito la notizia dell’esito dell’esame sulla coppia di Nettuno, è evidente a chi legge l’articolo, hanno fatto riferimento non ai colleghi del Granchio, ma al sito della sanità regionale Salute Lazio. E lo hanno fatto con molta chiarezza. Il sito della Regione sembra essere stato la fonte della ‘svista’ di diverse testate locali e non solo. Basta leggere anche distrattamente l’articolo per sincerarsi di questo fatto.
Contrariamente a quanto asserito dai colleghi del Granchio, la notizia dell’esito negativo è stata diffusa da diverse testate on line, alcune di Pomezia e Ardea, alcuni siti di Aprilia e altri capitolini. E tutti, lo affermiamo senza paura di smentita, hanno scritto una cosa non vera. Quando è stata pubblicata la notizia, definita dai colleghi “good news”, dell’esito negativo, i ragazzi di Nettuno avevano fatto il primo tampone da meno di un’ora e non si aveva alcun esito a disposizione. Nè un primo esito, né alcuna informazione in assoluto. Se ci fosse stata una good news da dare l’avrebbe avuta a disposizione per primo il Sindaco di Nettuno, in ansiosa attesa di rassicurare una città intera sui fatti e che non avrebbe fatto passare neanche un solo minuto in più ai nettunesi con il fiato sospeso.

Non solo. Ci teniamo a precisare che quando è stata pubblicata la notizia sul sito Salute Lazio sono stati infiniti i cittadini che ci hanno contattato al telefono, per mail e sui social per chiederci di scrivere che i ragazzi erano negativi al test. Ma non abbiamo potuto farlo, perché i medici dell’Ospedale locale, dello Spallanzani, il Comune e la Questura ci hanno detto con chiarezza che l’esito sarebbe stato disponibile solo il giorno seguente. Neanche volendo avremmo potuto scrivere che i test erano negativi perché la notizia non era vera.

La smentita è diventata quindi un obbligo a chi ci ha letteralmente aggredito perché anche noi confermassimo una cosa non vera. Alle 17 circa del giorno dopo la fake news pubblicata dal sito della Regione e anche dal Granchio, l’esito negativo sugli esami della coppia di Nettuno, è diventata finalmente una notizia vera.

Per concludere gravissimo, per la nostra testata, è stato dover subire le conseguenze di un’informazione errata diffusa da un sito istituzionale e ripresa dalla stampa locale (come abbiamo ben specificato nell’articolo) ed essere stati costretti ad una smentita a tutela della verità e del nostro lavoro. Una corretta informazione è un obbligo morale per chi fa questo lavoro e leggiamo davvero poco rispetto per il proprio di lavoro e anche per quello dei colleghi in questo articolo del Granchio il cui presupposto è assurdo: difendere una fake news. (eb)