Una serata surreale quella dei consiglieri della Lega Nettuno che sono stati espulsi in massa dal commissario Gianfranco Rufa, subentrato a Maurilio Leggieri per risolvere le tensioni interne e che, a meno di due mesi dalla sua nomina è riuscito nell’impresa di perdersi per strada mezzo partito. Tre settimane fa i consiglieri Tiziana Ginnetti, Massimiliano Rognoni e Mario Esposito, a causa della totale assenza di dialogo interno al partito si sono autosospesi ed hanno chiesto un incontro con i vertici provinciali e regionali del partito. Un incontro che non è stato concesso. Questa sera Rufa si è presentato alla riunione convocata da giorni, con le lettere di espulsione per i consiglieri Ginetti, Rognoni ed Esposito, ma anche per l’assessore Claudio Dell’Uomo, assente all’incontro, per Lucia De Zuani (anche lei assente, la lettera ha fatto sapere Rufa ai presenti, le verrà spedita per posta) e per l’assessore Maddalena Noce. Proprio la Noce ha chiesto spiegazioni sulla sua espulsione a Rufa che non ha saputo motivare la scelta e, per tutta risposta, ha strappato al lettera e detto alla Noce che fa ancora parte del partito. Non è chiaro al momento, per quale motivo sia stata invece espulsa Lucia De Zuani che non si era autosospesa dal partito. Ai presenti Rufa ha detto che la De Zuani è stata espulsa per aver firmato un documento politico con Martina Armocida, in cui annunciavano di aver creato un nuovo gruppo nella Lega. Nessun provvedimento è stato preso invece nei confronti di Martina Armocida, firmataria dello stesso documento. Rufa, ai presenti, non ha saputo fornire motivazioni di alcun genere sul provvedimento di espulsione. La discussione è stata tesa e ad un certo punto si è persino rischiato di finire alle mani. Ora restano nella Lega i consiglieri comunali Lorenza Alessandrini, Antonello Mazza, Martina Armocida e Antonio Biccari. Il gruppo che non fa più parte del partito di Salvini nei prossimi giorni è intenzionata a prendere posizione su quanto avvenuto in una conferenza stampa la cui data è ancora da decidere. Resta l’amarezza per un partito che ha fatto il pieno di voti alle urne e che ora è dimezzato in consiglio comunale e che ha perso la maggior parte del suo peso alle urne.
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