“Anzio attende. Le persone attendono. La politica attende. Una amministrazione ferma, in attesa di conoscere come evolverà questa crisi politica. Un sindaco revoca le deleghe ai suoi fiduciari ed evoca a se tutti i mandati. Questa volta lo fa con atto scritto. Un decreto che sancisce una tregua fra lui e i suoi assessori. Nel farlo cita tutti gli atti con cui questi assessori vennero nominati e insigniti dei loro poteri. Ora, esperti nel campo giuridico, ci dicono che questo si può fare, che è legale, ma nessuno si pone il problema di una etica politica”. Lo scrive in una comunicato stampa il capogruppo del Pd in consiglio comunale Lina Giannino.
“Le persone si chiedono che senso hanno Assessori svuotati dei loro poteri – aggiunge la Giannino – assessori che non possono occuparsi del paese e neanche se ne preoccupano, presi come sono a difendere il loro orticello personale. Come si può percepire uno stipendio sul fare “nulla”. Strade abbandonate, incuria ovunque, problemi in attesa di essere risolti, mentre questi signori giocano a fare le prime donne. Assessori che annunciano l’apocalisse per poi andare a chiedere scusa al primo cittadino, dimostrando uno scarso equilibrio psichico, o la paura di perdere chissà cosa. Altri, occupanti poltrone, che preferiscono bivaccare negli uffici purché non si tolga loro quel titolo, e intanto Anzio langue. Ora ci chiediamo tutti, ma esiste ancora un orgoglio politico? Esiste un orgoglio personale? Esiste un dovere rispetto a chi li ha votati, o conta solo quel loro misero potere ad personam. Perché continuano a percepire lo stipendio? Perché non vi rinunciano nel mentre il sindaco li tiene a “mollo”? Perché non tornano ai loro rispettabilissimi lavori di provenienza, nel mentre le loro poltrone torneranno a scaldarsi? Dimostrino un atto di civiltà e responsabilità nei confronti di questo paese che li osserva, li studia cercando risposte. E invece il nulla, il silenzio, un silenzio assenzio che pesa più di un macigno. Dovrebbero dimettersi loro e creare loro una vera crisi e, invece postulano fuori la stanza del primo cittadino chiedendo udienza. Anzio non merita questo”.