“Sono orgoglioso di essere qui, perché Anzio per me è la Capitale della Resistenza, perché ha conosciuto cosa voglia dire il dolore, il sangue, le vittime perse, in un momento storico che era la Seconda Guerra Mondiale, in una delle pagine più drammatiche dello scorso secolo”. “Ho visto con meno orgoglio che con la fascia si è andati a commemorare dei criminali, che invece hanno lottato proprio per quell’altra parte della Storia. Domani è il 27 gennaio, è la Giornata della Memoria di tutte quelle donne, uomini, ragazze, ragazzi, bambine e bambini che sono morte nei campi di concentramento. E allora vedete, ragazze e ragazzi, non si può pensare che tutti i morti siano uguali. Il problema non è portare un fiore, ma andarci con la fascia, perché non si possono commemorare coloro i quali si sono macchiate le mani col sangue dei loro concittadini”.
“Per me il fascismo non è una parte della Storia, ma come ha detto il Presidente della Repubblica, il fascismo è un crimine”.
“Io faccio riferimento ai valori che incarnano gli amici dell’Anpi, gli amici partigiani che hanno rappresentato la pagina di Storia più bella di questo Paese. Commemorare quei criminali equivale a commemorare gli stessi criminali che il 23 maggio 1992 hanno ucciso Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro”.
Parole bellissime, da scolpire nella pietra, per le quali noi che non possiamo far altro che ringraziare il giornalista antimafia Paolo Borrometi, insignito ieri del Premio per la Pace della Città di Anzio.
Grazie per un discorso emozionante e ricco di rispetto per le istituzioni, senso della Storia e amore per la Pace, come non se ne sentivano da un pezzo nell’Aula Consiliare di Villa Sarsina. Grazie per averci portato l’esempio e l’esperienza di chi ha avuto e ha ancora, tutti i giorni, il coraggio di lottare contro le mafie, coraggio di cui ci sarebbe un gran bisogno anche nella nostra città. Grazie, infine, per aver dedicato questo premio a Liliana Segre, a pochi giorni dalle pagine vergognose che sono state scritte nella vicina Nettuno. Paolo Borrometi viene dalla Sicilia e non sappiamo se fosse mai stato prima ad Anzio, ma sappiamo che con le sue parole ha dato lustro e onore alla nostra città. Molto più di quanto abbiano mai fatto tanti nostri concittadini”.