Home Politica Approvata la mozione Segre, liti e lacrime in consiglio comunale a Nettuno

Approvata la mozione Segre, liti e lacrime in consiglio comunale a Nettuno

E’ stato un momento intenso, forse troppo quello, lunghissimo, che ha portato all’approvazione della Mozione Segre in consiglio comunale a Nettuno. Ma non è stato un passaggio indolore. A prendere la parola sulla questione il Sindaco Alessandro Coppola, che ha proposto una mediazione sul testo, per ‘ampliare’ il discorso politico al contrasto di ogni forma di razzismo, xenofobia e, come ha sottolineato il consigliere Alicandri e confermato il Sindaco, di omofobia. Ma ad essere tolte dal testo sono state le parole antifascismo e resistenza. L’opposizione ha parlato di revisionismo, di scarso coraggio nella maggioranza nel prendere una posizione sulla storia. Ad intervenire il consigliere della Lega Massimiliano Rognoni che ha specificato. “Non siamo solo contro l’antifascismo, ma contro ogni forma di totalitarismo, e oggi siamo lontani da questi episodi storici. Siamo contro ogni dittatura, quelle di destra e quelle di sinistra ed ogni forma di violenza. Abbiamo cambiato il testo per migliorarlo, non ci spaventano le parole – ha concluso – ci spaventa la violenza”. Il consigliere Antonio Taurelli in virtù di questa scarsità di coraggio ha annunciato che avrebbe lasciato l’aula, il dottor Waldemaro Marchiafava ha sottolineato che togliere la parola antifascismo e poi andare al Campo della memoria non è un buon esempio. Poi alla frase di Rognoni “Tutti i morti sono uguali” si è scatenata la bagarre. Il consigliere Genesio D’Angeli ha iniziato ad urlare, urla si sono levate dall’aula, e dai banchi dell’opposizione. Il Presidente del consiglio Giuseppe Barraco ha interrotto il consiglio richiamando i consiglieri di maggioranza e opposizione per il comportamento ‘vergognoso’ dei consiglieri. Il confronto è iniziato di nuovo e maggioranza e opposizione hanno iniziato, sempre in un modo inadeguato, a confrontarsi ancora sui temi del fascismo e dell’antifascismo. Ancora bagarre in aula, quindi. “E’ inaccettabile – ha detto il dottor Marchiafava – che a Nettuno non si possa dire la parola antifascista, in una città che ha pagato la guerra con migliaia di vite. Caro Sindaco, è inaccettabile”. Poi è stata la volta del consigliere D’Angeli che ha ribattuto: “In questo Paese non si può dire anticomunisti, scrivetecelo sul vostro documento e ve lo voto”. E’ stato il consigliere Roberto Alicandri, a concludere, arrivando alle lacrime e dovendo interrompere la sua dichiarazione di voto (per poi uscire e lasciare l’aula senza fare ritorno) per sottolineare i crimini di guerra compiuti dal fascismo, e l’impegno del nonno che ha salvato tanti ebrei a Roma, in un periodo in cui c’è stata gente deportata per malattie, religione…”. Una cosa è certa: il consiglio comunale di Nettuno, a 76 anni dallo Sbarco, non ha avuto la maturità di un confronto sereno su storia e politica. Non ci sono basi comuni di ragionamento e, certamente anche per questo, molto di più va fatto per ricordare lo Sbarco, la guerra, cosa è stato sconfitto dalla guerra e quali siano i valori fondanti dello Stato e della Repubblica in cui tutti viviamo oggi.