“Il Vecchio Pescatore ed il Mare di Anzio: la statua e la sua origine”. Venerdì 10 gennaio, nella Sala Consiliare di Villa Corsini Sarsina, “riflessioni ad alta voce su un prestito tra due musei”, alla presenza del Soprintende Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, Margherita Eichberg
Si terrà venerdì 10 gennaio, a partire dalle ore 9.15, nella Sala Consiliare di Villa Corsini Sarsina, alla presenza del Soprintende archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, Margherita Eichberg, il convegno “Il Vecchio Pescatore ed il Mare di Anzio”: la statua e la sua origine, riflessioni ad alta voce su un prestito tra due Musei. All’evento culturale, coordinato dal Dirigente del Comune di Anzio, Angela Santaniello, interverranno il Sindaco, Candido De Angelis, l’Assessore alla Cultura, Laura Nolfi, lo storico Clemente Marigliani, Tiziana Ceccarini della Soprintendenza Archeologia di Roma, l’autore, saggista e giornalista, Carmine Mastroianni, il Responsabile del laboratorio restauri dei Musei Vaticani, Guy Devreux, il Responsabile del Dipartimento Archeologia dei Musei Vaticani, Giandomenico Spinola ed il Funzionario, archeologo SABAP-RM-MET, Gemma Jacobini Caraffa.
Inoltre, fino a domenica 12 gennaio, dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 18.00, con ingresso libero, al Museo Civico Archeologico, sarà ancora possibile visitare la mostra “La Statua del Vecchio Pescatore e il Mare di Anzio”. Si tratta di un importante evento culturale monotematico, sulle antiche tradizioni marinare di Anzio, con l’esposizione di rare immagini fotografiche e della “Statua del Vecchio Pescatore con cesta di pesci”, risalente al 130-140 d.C.
La Statua del Vecchio Pescatore, ritrovata ad Anzio intorno al 1650 (incertezza sul luogo di ritrovamento tra l’attuale Villa Adele e la Villa di Nerone), – allora identificata come Seneca – era certamente a Villa Pamphilj di Roma nel 1658, quando venne restaurata da Adamo Claudio Brefort per 125 scudi. Qui la vide Winckelmann che definì il soggetto “erroneamente intitolato Seneca”, ma la interpretò come uno dei “servi di commedia”.
Nel 1773 il Principe Andrea IV Doria donò il Vecchio Pescatore, con altre due statue, a Papa Clemente XIV, per il nascente Museo Clementino nel Belvedere Vaticano. Ennio Quirino Visconti, che curò l’allestimento della raccolta, riconobbe i pesci nella cesta e finalmente identificò il personaggio come un vecchio pescatore. Per una questione di decoro, nel suo allestimento nel Museo Pio Clementino il Visconti fece fare un prolungamento in stucco del panno.
La Statua, in marmo pario, al momento esposta nel Museo Civico Archeologico di Anzio, proveniente dai Musei Vaticani, riproduce “un anziano pescatore, che regge una cesta con pesci nella mano sinistra – è riportato nella scheda che accompagna l’opera – e teneva una canna da pesca nella mano destra. La pelle del corpo è rilasciata e cadente, nonostante questa figura è asciutta e manifesta una certa vigoria, che certamente allude al duro lavoro da sempre praticato dall’uomo. La veste è comoda per pescare e per entrare nell’acqua, ma anche povera e poco dignitosa. Si tratta di una conferma dello status servile del personaggio, che certamente – alla sua età, senza troppi pudori e con i modesti risultati riassunti nel secchio che porta – non pesca per professione ma per il necessario sostentamento. Certamente l’opera è intrisa di un forte gusto veristico e popolare, con un realismo cinico e, per certi versi, caricaturale, in sintonia soprattutto con la produzione di Alessandria d’Egitto, nella media età ellenistica, quando queste note divengono occasioni per sottolineare il virtuosismo scultoreo degli artisti”. Il servizio video integrale relativo all’inaugurazione dell’importante mostra, al Museo Civico Archeologico, sulla “Statua di Vecchio Pescatore con cesta di pesci e il mare di Anzio”, risalente al 130 d.C e proveniente dai Musei Vaticani.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.