“Ho apprezzato i toni pacati con cui i consiglieri del movimento 5 stelle hanno portato in consiglio comunale e nella stampa locale il problema della falesia, ma ritengo che si faccia molta confusione nell’analisi del problema”. Lo scrive in una lunga nota stampa il consigliere comunale di Anzio Flavio Vasoli.
“Anzio ha 13 km di costa, di cui circa 7,5 km sono classificati dal PAI (Piano di assetto idrogeologico) in zona R4, ovvero rischio molto elevato; Di questi 7,5 km, circa il 90% delle aree sono private e quindi solo circa il 10% sono comunali o con manutenzione a carico dell’amministrazione. Di questa piccola percentuale, si è provveduto a consolidare una porzione della villa imperiale, è partito il cantiere della fascia di acqua del turco e sta per partire il cantiere antistante il tratto della scuola Falcone di Anzio colonia.
Inoltre, è bene ricordare che nel passato, il consorzio di bonifica pratica di mare è intervenuto in alcuni tratti nella zona di Lavinio. Le porzioni comunali su cui ancora non si è intervenuti, sono state messe in sicurezza attraverso recinzioni e divieti di accesso (villa imperiale e rivazzurra) che eliminano eventuali problemi legati ai rischi per le vite umane. Far intendere che il problema delle falesie è un problema dell’amministrazione, non lo ritengo corretto. Ricordo inoltre che la competenza a mare è della regione, che auspico possa collaborare fattivamente, attraverso il finanziamento di alcune opere. È in atto da parte dell’amministrazione un’analisi necessaria alla programmazione del declassamento delle zona R4 di nostra proprietà attraverso consolidamenti, messe in sicurezza o semplicemente attivazione delle procedure di comunicazione di avvenuti lavori al PAI, attraverso la redazione di uno studio di fattibilità.
Questo lavoro ci permetterebbe anche di accedere ad eventuali fondi che ci auguriamo il governo possa mettere in atto per contrastare questi problemi che da soli gli enti locali non possono affrontare. Come è facile notare, studiando i documenti e la storia di questa città, il problema è prevalentemente nelle aree private, costruite ed urbanizzate lungo la costa anche ben prima del primo piano regolatore di Anzio che è stato approvato nel 1974, quando prima dell’allora legge urbanistica ponte del 1967, si poteva edificare in assenza di uno strumento urbanistico, fuori dal centro abitato anche senza licenza edilizia. Chiudo con una domanda, devono essere i cittadini a pagare i costi del consolidamento della falesia o i proprietari dei terreni? Naturalmente per me la risposta è scontata. Per difendere il lavoro dei balneari, il turismo del territorio ed evitare situazioni di stallo che possano mettere a rischio le vite umane, chiederò al sindaco di convocare non i balneari ma i proprietari dei terreni e degli immobili ricadenti in zone a rischio idrogeologico, per richiedergli di intervenire nelle aree di loro competenza e supportarli in questa loro azione”.