Il tribunale penale di Roma ha disposto la confisca previo sequestro di oltre 50 immobili, terreni, conti correnti e quote societarie, per un valore stimato di oltre 10 milioni di euro, nei confronti di Sergio Cangemi e di altre 8 persone identificate come suoi prestanome in un voluminoso giro di affari criminale. Oltre un milione di euro di questi beni si trovano nel comune di Nettuno. L’indagine sul patrimonio di Cangemi, residente a Latina e sorvegliato speciale per le sue affiliazioni criminali, è stata svolta dalla Guardia di Finanza sotto la direzione della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Roma. Il procuratore ha sottolineato la particolare pericolosità sociale del Cangemi ma anche del territorio pontino in materia di criminalità Organizzata che ha portato la direzione distrettuale ad istituire un vero e proprio pool di inquirenti dedicato a questa indagine che ha ricostruito in maniera certosina i legami di diverse società con cui venivano movimentati i Capitali. Si tratta della Cci, della Gli, della Beam, della Net, La Dani srl, la Esse Gamma, la Ride, la Yes srl, la Light for Life e la Forum Casear. Un pool di cui oltre ai giudici romani fanno parte anche la dottoressa Luigia Spinelli ormai parte integrante della dda e il dottor de Lazzaro della procura di Latina.
Gangemi è considerato contiguo a una cosca della ‘ndrangheta. Sotto sequestro sono finiti 53 immobili, tra terreni e appartamenti, un opificio industriale, 5 autoveicoli, una imbarcazione, conti correnti, quote societaria e l’intero compendio aziendale di 10 società. I sequestri sono stati effettuati tra le province di Roma, Milano, Reggio calabria e Latina. “Le indagini della Procura – si legge nella nota stampa della Guardia di Finanza – hanno permesso di accertare il rilevante spessore criminale del soggetto, identificandolo quale appartenente ad una famiglia vicina a note cosche della ‘ndrangheta calabrese”. La Finanza ha ricostruito bonifico per bonifico, lo spostamento delle somme di denaro considerate riciclaggio di proventi di attività criminale e, nel mucchio, sono ste sequestrati un appartamento e un fabbricato in via delle Primule a Nettuno, per un valore commerciale di 165mila euro, un’area verde ubicata a prato, orto, vigneto e seminativo sempre a Nettuno, del valore ci 549mila euro (l’importo è stato rilevato dal verbale di vendita immobiliare all’incanto del Tribunale di Latina relativo al Fallimento Icogesa) e un’altra area verde del valore di 557mila euro, acquistata sempre a seguito di fallimento, (della Cogen 89). Si tratta delle aree attigue al Santuario di Nostra Signora delle Grazie a Nettuno, che ora attendono il provvedimento di confisca definitiva.