“Non conosco le ragioni per cui la libreria Fahrenheit di Nettuno sta chiudendo, ma in genere quando chiude una libreria, vuol dire che la città si sta ammalando. Significa che si legge poco e che si sta preferendo l’inerzia del non sapere, alla fatica di andarsi a trovare un concetto in un libro. Ho paura che in questa città stia vincendo la superficialità, cioè quel vizio che dispensa dall’andare a fondo e che alla lunga genera dipendenza e solitudine.
Senza Fahrenheit 451 la comunità perde un angolo della sua autocoscienza, un’opportunità di capirsi, di incontrarsi, di diventare migliore. Forse tutte le librerie sono anacronistiche e destinate a finire con l’avvento di Amazon, ma se così fosse dovremmo essere preoccupati e dovremmo fare qualcosa.
Siamo tutti un po’ responsabili di questa situazione e mi ci metto io per primo. Abbiamo ceduto alla facilità di comprare su internet per la pigrizia di non uscire da casa. Oggi però si fa concreta l’impressione che il prezzo di questa comodità sia troppo alto. Non può esistere una vera comunità senza luoghi reali da condividere. Non c’è nessuna piattaforma virtuale al mondo che possa sostituire uno spazio fatto di persone, libri e storie. La politica deve difendere questi luoghi”. Questo l’accorato appello del consigliere comunale di nettuno Antonio Taurelli in difesa della Libreria Fahrenheit 451 che in questi giorni ha chiesto i battenti. Un appello che condividiamo fino in fondo. La Libreria di via Cattaneo non era ‘solo’ una rivendita di Libri ma un polo culturale, un punto di incontro e confronto. Senza la libreria, i suoi appuntamenti e le tante attività organizzate dal suo titolare siamo tutti un pò più poveri.