Primo Piano

Sequestrò tre suore e la ex nella casa accoglienza di Nettuno, condannato

Sequestrò tre suore e la ex, ospite di una casa d’accoglienza di Nettuno sotto la minaccia di un machete e di un coltello perché voleva vedere la donna che lo aveva lasciato e il loro figlio minorenne. Poi, dopo l’arrivo della polizia, si scagliò contro gli agenti riuscendo a prendere una pistola e a esplodere un colpo in aria, non ferendo o uccidendo nessuno, ma solo per la prontezza di uno dei poliziotti che bloccò con la mano la canna dell’arma, facendo restare all’interno il bossolo e impedendo l’esplosione di altri colpi. Infine, l’uomo è stato arrestato e processato. Ora la Cassazione ha messo la parola fine sulla vicenda, confermando la condanna a 6 anni di reclusione a suo carico.

Stiamo parlando di un 37enne d’origine cubana, residente a Torvajanica, che il 5 ottobre di tre anni fa seminò il panico in una casa rifugio di Nettuno, costringendo anche una religiosa e due agenti ad andare in ospedale per ricevere le cure mediche dopo la brutale aggressione. I giudici della Suprema Corte, in particolare, hanno giudicato inammissibile il ricorso presentato dall’uomo e confermato la condanna a sei anni, otto mesi e venti giorni a suo carico. Una pena che, a dirla tutta, per i fatti contestati, non sembra adeguata al crimine commesso.