Questa mattina nel consiglio comunale congiunto di Anzio si respirava aria di festa. La riunione congiunta è una rarità e non capita spesso di vedersi tutti insieme, i delegati dei cittadini delle due città che hanno con l’ospedale (e non solo) lo stesso problema. Tanti saluti, baci, abbracci. Tante curiosità. La foto dell’assessore di Anzio Pino Ranucci con il figlio Luca consigliere a Nettuno, parte della maggioranza e dell’opposizione di Nettuno in rapporti quasi affabili, dopo le ultime bordate di stampa sulla crisi, e qualche distanza vistosa nel centrodestra. Ad Anzio affinità di vedute tra i 5 stelle e Vito Presicce sull’urbanistica del centro.
Il tema della giornata tuttavia non era allegro. Tutti sapevano bene che la difesa dell’Ospedale doveva essere incisiva e manifestata con chiarezza. Nei fatti la necessità di fare presente la situazione critica del Riuniti si è manifestata con una serie di interventi tutti uguali, alcuni persino sovrapponibili, sulle condizioni della struttura. Il lungo elenco di interventi ha reso la seduta, iniziata alle 10,30 e terminata alle 16,40 estenuante e scarsamente incisiva. Tra l’altro i consiglieri hanno parlato prima del Direttore generale Narciso Mostarda, che ha presentato dati che definire ottimisti rispetto alla situazione è un eufemismo. Anche le repliche quindi, sono arrivate tardi e non ci sono sembrate particolarmente incisive.
Allora al Direttore Mostarda, ricordiamo noi alcuni dati assenti tra quelli illustrati con le diapositive ufficiali: tutte le estati negli ultimi 10 anni il Pronto soccorso è andato in affanno perché aumentavano le presenze (oltre il doppio) e il personale doveva andare in ferie. Il problema è stato sollevato tutti gli anni ma una soluzione non è stata trovata (neanche nell’anno in cui è stato spostato il personale di Villa Albani, non adatto al ps). Non si è riusciti a fare in modo che l’estate arrivassero rinforzi (mancanza di fondi regionali o incapacità gestionale?) i dati sugli accessi al Pronto soccorso il dottor Mostarda li può recuperare on line e capire di cosa parliamo.
Il Pronto soccorso di Anzio ha avuto per un periodo carenza di personale, di farmaci, di barelle e persino di coperte. Un fatto quello delle coperte che il dottor Mostarda è arrivato a negare in alcune conferenze con la stampa ma che noi siamo pronti a testimoniare direttamente ringraziando chi ha donato le coperte (omologate con tutte le prescrizioni Asl) per i degenti davanti ai nostri occhi. Episodi imbarazzanti e vergognosi per un paese civile (mancanza di fondi regionali o incapacità gestionale?).
Lo scorso inverno tantissimi cittadini anziani con l’influenza e la necessità di qualche giorno di ricovero per il monitoraggio di situazioni critiche sono stati dirottati nelle strutture ai Castelli che il posto lo avevano, chi non ha accettato il trasferimento perché i familiari non erano in condizioni di andarli a trovare, sono rimasti senza cure adeguate nel Pronto soccorso di Anzio fino a 7 giorni. La domanda è: come mai ai castelli ci sono tanti posti letto liberi anche per i malati del litorale e qui non ce ne sono a sufficienza? Una redistribuzione legata alla reali esigenze dei territori è possibile? Il problema è legato alla mancanza di fondi regionali o ad incapacità gestionale, al fatto di non essere in grado di tarare il servizio sulle reali esigenze dei territori (tipo meno posti e meno medici ai Castelli dove l’estate ad esempio, ci sono i Ps vuoti, e più posti sul litorale).
In alcuni reparti i pazienti attendono operazioni anche per 5 ore a digiuno in ambienti in cui non esistono sedie o poltrone comode, mancano attrezzature mediche che dovrebbero essere una dotazione basica ovunque e l’Ospedale di Anzio letteralmente si regge sui privati che ascoltano medici e infermieri organizzano eventi di beneficenza e fanno donazioni anche importanti. A fronte di questo sforzo epico di solidarietà da parte dei cittadini la Asl in due anni non riesce ad avviare i lavori milionari a lungo promessi e a comprare i macchinari annunciati. La domanda è: la Regione boicotta l’ospedale del Litorale o c’è incapacità gestionale da parte della Asl che ha bisogno di 24 mesi per acquistare macchinari per un valore che sfiora i 70 mila euro?
Infine qualche domanda: Quanto costa trasportate i pazienti dal Pronto soccorso di Anzio all’Ospedale dei Castelli perché la Tac e la Risonanza magnetica sono rotte ogni tre giorni? Quanto costa portare i campioni delle Analisi a Latina o Roma anziché mantenere aperto i laboratorio analisi? Quando costa garantire l’epidurale per le mamme che ne fanno richiesta e attrezzare pediatria per farla tornare ai fasti di solo due anni fa? Caro dottor Mostarda, l’ultima domanda è direttamente per Lei? Andrebbe a cena in un ristorante che non offre primi, secondi e dessert ma solo contorni di verdure? Probabilmente no, appare chiaro che la scelta commerciale non è vincente e che forse chi la prende vuole chiudere il ristorante o vederlo fallire. Questa è la situazione del Riuniti oggi: non sono i cittadini che non ci vogliono andare, semplicemente è la Asl che ha spogliato la struttura di ogni servizio e per dargli il colpo di grazia punta il dito contro l’impossibile gradimento. Magari non ha avuto mandato dalla Regione per chiudere il Riuniti, come oggi ha affermato nel consiglio comunale di Anzio, ma si sta comportando come se proprio questa fosse, invece, la missione da compiere. (eb)