“E’ inammissibile: documenti ufficiali che omettono dati sensibili”. Lo scrive Sergio Franchi, di Uniti per l’Ambiente, il comitato di Anzio schierato contro la Biogas di Anzio.
“Gli elaborati tecnici che sono allegati ad un progetto – spiega Franchi – diventano atti formali quando vengono presentati ad una pubblica amministrazione, specialmente quando essi sono relativi a richieste di autorizzazioni per la realizzazione di impianti definiti potenzialmente pericolosi. Che una grossa centrale che produce biometano attraverso un procedimento che prevede l’accumulo di grossi quantitativi di gas esplodente possa essere un impianto pericoloso per la popolazione non è solo ovvio ma è sancito dal fatto che la sua autorizzazione è soggetta ad un iter particolarmente lungo ed elaborato. Tutti sanno che l’autorizzazione concessa alla COGEC per la realizzazione della centrale della Spadellata di Anzio è avvenuta in “camera caritatis”, senza quell’indispensabile coinvolgimento della popolazione che sempre viene posto in atto dalle amministrazioni locali in tali occasioni. L’autorizzazione per un impianto potenzialmente pericoloso posto in un ambito intensamente abitato senza che gli abitanti ne fossero posti a conoscenza è un fatto di estrema gravità per il quale alcune associazioni locali hanno deciso di fare appello al tribunale europeo. Un fatto che certamente dovrebbe anche interessare la Magistratura del nostro Paese. Se la Magistratura Italiana può non sentirsi coinvolta dalla gravissima mancanza di comunicazione certamente non può soprassedere se, la planimetria relativa all’elaborato di progetto, quella che viene fornita per mostrare l’ubicazione del manufatto proposto ai fini delle distanze di sicurezza, non indicava obiettivi sensibili come la scuola dell’infanzia Spalviera, posta all’inizio di via Cipriani nel piccolo aggregato urbano chiamato “le Casette”. Fatto gravissimo con possibilità di azione penale. Si suppone che il progettista, che resta responsabile di ciò che firma, non abbia indicata la scuola e quindi l’obiettivo sensibile che, se riportato in pianta, non avrebbe permesso l’approvazione del progetto. L’impianto proposto dalla ditta COGEC ed in corso di realizzazione in via della Spadellata è posto a circa 290 metri in linea d’aria dagli obiettivi sensibili delle “casette” e della scuola Spalviera. Le centinaia di bambini e le decine di famiglie sono state del tutto ignorate dalla Conferenza dei Servizi e chi ha rappresentato in Comune di Anzio in tale consesso si è ben guardato dal farlo notare alla Commissione. Niente Scuola e niente obiettivi sensibili ed ora chi paga? Si continua a credere che debbano essere i cittadini della Sacida ma questi non sono d’accordo e vogliono che tutti i fatti vengano alla luce in un dibattito pubblico in cui si definiscano le responsabilità e se ne traggano le conseguenze. Naturalmente sono partite, da parte delle associazioni, pec per segnalare l’omissione e richiedere la ragione della stessa. Resta il fatto gravissimo che un documento ufficiale possa ignorare un elemento così rilevante”.