Primo Piano

Folla e commozione al Santuario per il saluto a Padre Antonio Coppola

“C’era una volta un Santuario, che piano piano, come accade nelle favole più belle, iniziò a brillare di nuova luce.
Ad ottobre del 2015 arrivasti Tu. E tutto sembrò cambiare.
Già dai primi tempi del tuo arrivo si capì il tuo intento: “Servire il Santuario e mai servirsi del Santuario”. Tu questo luogo ci hai insegnato ad amarlo ponendoci al servizio, insegnandoci che si dona davvero solo quando tutto si offre e nulla si chiede in cambio.
Ci hai posto l’esempio della vita che fa una candela: essa si consuma ma è proprio nel suo consumarsi e spendersi che raggiunge la pienezza del suo essere.
Tu sei stato per noi quella candela accesa, il porto sicuro, la stella cometa, l’esempio più grande. Forse non ti sei mai reso conto davvero di quanto per noi fossi importante, e per quanti, la premura e la dolcezza che hai dentro  siano stati motivo di forza.
In questi 4 anni di rettorato, ci hai fatto sentire accolti, desiderati, …benvenuti!
C’eri tu sulla porta ad attendere, come un padre fa nell’attesa dei suoi figli.
C’eri tu nelle arcate ad innaffiare con dedizione, perché tutto fosse curato.

C’eri tu, a sistemare l’altare con i fiori più belli, tu a sorridere con noi tutte le volte che un brano veniva lento o troppo veloce. Ogni mese incontri di preghiera diversi, temi interessanti, momenti condivisi. E’ da te che abbiamo imparato la differenza fra religiosità e fede.

E’ da te che  abbiamo compreso la differenza fra pregare e dire le preghiere.

Più di ogni altra cosa, è da te  che abbiamo imparato il coraggio di essere felici, che poi è stato il titolo di un percorso spirituale lungo mesi. Essere felici di testimoniare, felici di essere in vita, felici di essere strumenti a servizio del prossimo. Da te abbiamo imparato che si è davvero Chiesa solo quando si cammina insieme senza perseguire  scopi personali.

Ci hai fatto comprendere che a poco servono rappresentazioni sceniche processioni e tanta forma …se poi il cuore non è predisposto verso i fratelli. Ci hai sempre detto: “Solo una cosa vi verrà chiesta: Quanto avete amato? ” Questo cercheremo di fare seminare amore… Quanto è stato bello andare nelle scuole a parlare del Perdono, vivere questo luogo come il posto più caldo dove poter correre alla ricerca delle risposte e capire con Te che solo Dio sarebbe stata l’unica vera risposta ad ogni nostra domanda.

Quanto è stato bello ascoltare le tue omelie che toccano il cuore e vedere quanta passione ci mettessi senza mai staccare i tuoi occhi grandi dalle persone.
Da domani ci sentiremo forse un pò persi, un pò smarriti e girovagando in giardino ci farà male alzare la testa e vedere la tua finestra.
Poi ci sederemo su quella panchina, protagonista di lacrime e preghiere e guardando fisso fisso il mare,  senza Te che ci fai “Boh” dietro le spalle, sorrideremo dandoci forza, consapevoli che il sogno che abbiamo vissuto noi sarà vissuto da altri. È  questa la forza che riusciamo a trarre da questa partenza: la consapevolezza che altri, dopo di noi, potranno innamorarsi di Dio grazie a te. Chi non ti ha vissuto pienamente non può comprendere quanto abbia perso.

Ma chi ha avuto la grazia di poterti ascoltare, chi con te è riuscito ad aprire il suo cuore,

chi in questi 4 anni ti ha guardato negli occhi almeno una volta, non può non aver colto una luce particolare … non può non aver colto il tuo Entusiasmo… termine che significa: ”avere Dio dentro!” 

Questo oggi ci lasci in dono … questa è la tua eredità di rettore del Santuario alla città di Nettuno:

l’esserti donato pienamente ed instancabilmente nonostante le innumerevoli difficoltà, ricordando a noi tutti,  che l’unico modo per sentirsi una Chiesa,  é sentirsi a casa!

 

Si è conclusa con queste toccanti parole la messa di congedo di Padre Antonio Coppola, il quale domenica 1° settembre, terminati i 4 anni canonici, ha concluso il suo incarico di rettore del Santuario di Nettuno ed è stato nominato parroco e superiore della comunità passionista di Santa Maria di Pugliano in Paliano, in provincia di Frosinone.

Alla solenne concelebrazione eucaristica, hanno preso parte l’arciprete Don Fabrizio Pianozza, il vicario territoriale don Massimo Silla, il cappellano della Polizia p. Antonio Raaidy, don Giuseppe, parroco di Tre Cancelli e don Carmelo parroco di Cadolino. Presenti anche le confraternite e varie Associazioni. Ad animare la liturgia, il gruppo dei “Ragazzi del Santuario” che padre Antonio amorevolmente ha seguito in questi quattro anni. Prendendo spunto dal vangelo, padre Coppola ha ringraziato il Signore per aver portato a termine il suo incarico e ha detto: “Solo ciò che nasce dal bene può portare frutto, mentre tutto ciò che nasce dal chiacchiericcio, dalla zizzania e dalla superbia non potrà mai fiorire, perché dal male può nascere solo altro male”.

Anche il Vescovo Mons. Marcello Semeraro, ha voluto esprimere tramite una lettera che è stata letta da parte di Don Massimo, la sua gratitudine a Padre Antonio per il servizio svolto. Infine  La corale “Città di Nettuno” ha consegnato una targa di ringraziamento per la grande disponibilità del rettore in questi anni. Prima della benedizione centinaia di “grazie” sono stati alzati tramite cuoricini di carta dai fedeli commossi e  dal fondo della navata è apparsa la scritta “Questa Chiesa insieme a Te è stata Casa”. È seguito un rinfresco, organizzato grazie alla collaborazione di tanti laici e il volo dei palloncini bianchi per auspicare una proficua missione nel nuovo ruolo di parroco. Un momento toccante la concelebrazione di domenica 1°settembre: le parole del vescovo, la gratitudine dei presenti, il clima di profonda comunione tra persone legate dalla stessa stima per Padre Antonio hanno mostrato quanto questo rettore sia stato amato e quanto in soli 4 anni,  abbia lasciato in eredità alla città di Nettuno. Il suo nuovo incarico di parroco e superiore a Paliano è sintomo di una grande capacità di attirare a Cristo, compito questo tanto importante che con la grazia dello Spirito saprà certamente svolgere nel modo migliore.