Una serata di beneficenza quella organizzata ieri sera da Carlo Verdone e dall’Amministrazione comunale di Anzio. A ricordarlo ai 2200 presenti, che hanno iniziato ad affollare il teatro con due ore di anticipo per prendere i posti migliori, un video in cui Irene Gaeta spiegava a tutti la sua missione per contro di Padre Pio.
Alle 21,30 preceduto da lunghi applausi Verdone è salito sul palco accolto dal critico Mario Sesti. E dopo una giornata di ricorrenze in serata è venuto fuori il Verdone nostalgico, un lato che emerge in tutti i suoi film, ma soprattutto il Verdone ironico e divertente anche grazie ai suoi ricordi sulla città di Anzio, importantissima durante gli anni della sua formazione.
“La prima cosa che vorrei fare – ha detto Verdone – è ricordare il nome delle famiglie che ad Anzio per me sono state importanti qui ad Anzio (tutte presenti in sala insieme alla famiglia di Carlo, il fratello Luca, il figlio Paolo) perché anche grazie a loro io sono quello che sono. Poi il via ad una serie di ricordi esilaranti, dalla serata in moto per conquistare una ragazza (anche lei presente in sala). Doveva essere la serata della dichiarazione “perché negli anni ’60 si usava, non come oggi che basta uno sguardo” e finita con l’attore ferito ad una gamba, finito in terra con la moto, con l’orologio caduto in mare al Porto di Anzio, e la donzella che gli chiede di essere riportata a casa.
Interessante anche il ricordo della ‘casa fascista’ di cui oggi non si ricorda più nessuno e che probabilmente è crollata. Il fascino della casa consisteva nel fatto che un uomo, rimasto per sempre ignoto, aveva disegnato su ogni muro donne nude e per questo era meta continua dei ragazzini della zona. Disegni che si rinnovavano continuamente ed era “come avere uno di quei giornaletti”.
“Ad Anzio – ricorda ancora Verdone – mia madre aveva tantissime amiche e ci veniva volentieri, le mamme erano tutte tolleranti e carine, i padri erano severi e rigidi. Io dovevo sempre studiare perché venivo rimandato. Latino, Greco, Letteratura. Mia madre mi trovava dei professori per le ripetizioni. Stavano tutti a Nettuno. Uno di questi professori, una vera istituzione a Nettuno mi ha ‘insegnato’ a fumare. Non ho vizi – ha sottolineato Verdone – ma quando lo vedevo fumare che ispirava la sigaretta in un modo pazzesco, non ho resistito, prima ho comprato un pacchetto di sigarette senza filtro. Non l’avessi mai fatto. So stato male una settimana. Poi sono ritornato e aveva un’altra marca di sigarette. Fumava come un vero maestro e ci ho riprovato con le sigarette col filtro. Da li non ho più smesso”. Poi una serie di video incredibili, tratti da Gallo Cedrone fino a Ivano e Jessica, il camionista che attraversa l’Italia per votare. Personaggi indimenticabili alcuni dei quali ispirati proprio ad incontri avvenuti ad Anzio. Dal signore napoletano che interpretava pulcinella sulla spiaggia al Tirrena, all’insegnate di nuoto senza un braccio “che però era bravo e con la teoria mi ha insegnato lo stesso e, dopo le prime perplessità l’ho anche consigliato agli altri”. Infine le ‘voci’ di alcuni amici diventate le voci dei personaggi, le corse in moto a Nettuno per mangiare i Krapfen, il fratello Luca e la passione per il super 8. “Ad Anzio ho passato i miei anni migliori – ha detto nostalgico rivolto a Mario Sesti – un senso di leggerezza e libertà che oggi non esiste più. Ad Anzio ho imparato cosa è l’amicizia, cosa sono le relazioni, i rapporti umani. Oggi ci si relazione in maniera più virtuale, ma non è la stessa cosa. Ad Anzio ho imparato l’amore per il cinema, per il confronto. Era bellissimo andare a vedere i film, persino quelli brutti. Li dissacravamo anche durante il film stesso e la gente si divertiva. Parlo di film come Maciste e simile”. Infine, esilarante, il ricordo di una ‘rissa’ a pommodorate in spiaggia. “Noi ragazzi di Roma avevamo avuto una lite con dei ragazzi di Nettuno – ha detto – abbiamo fatto intercedere degli amici di Anzio per evitare discussioni. Si è deciso per un’assurda battaglia a pommodorante in spiaggia con i pattini. Sono arrivate persone cariche di frutta fracica, c’era anche lo stronzo che ha lanciato una bottiglia e quello che ha portato i meloni. Abbiamo fatto un casino assurdo e il mare era diventato uno schifo. Dopo la battaglia siamo andati tutti via lasciando uno scempio in mare. In quei giorni a Torre Astura si girava Antonio e Cleopatra, una maxi produzione e proprio il giorno delle riprese dell’arrivo di Cesare dal mare si sono trovati in mezzo ad uno schifo totale. C’erano i grandi divi di Hollywood, un regista incazzato e tanti soldi spesi. Il giorno dopo sotto gli ombrelloni fecero girare dei foglietti in cui si vietava l’uso di verdure e cibo in spiaggia e di utilizzare i pattini del salvataggio. Epico. Il film poi andò male”.
Infine la consegna dell’incasso della serata ad Irene Gaeta, per l’ospedale di Drapia in Calabria, sono stati raccolti ventimilacentodieci euro. La signora Gaeta ha ringraziato il Sindaco e Verdone con un affetto profondo. Anche Verdone ha voluto ringraziare la città di Anzio e il Primo cittadino. “Sono orgoglioso di essere vostro concittadino – ha detto – questa è una giornata che non dimenticherò mai”.
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