Riceviamo da Sergio Franchi,, Coordinatore di Uniti per l’Ambiente, una lettera in cui si preannuncia un esposto alla Procura della Repubblica legato alla prossima apertura della Biogas di Anzio, i cui lavori di realizzazione sono ormai ultimati.
“Gentile Redattore – si legge nella lettera – la grave carenza di tutela ambientale è ormai una malattia endemica del nostro Paese, un male per il quale la speculazione che vi gira intorno rende alquanto difficile qualsiasi cura: i reati legati al business ambientale costituiscono una voce importante del grande traffico criminale. Associazioni e cittadini cercano di reagire a nuovi insediamenti industriali destinati al trattamento di rifiuti e lo fanno molto spesso in base al principio della difesa del proprio cortile perdendo di vista il fatto che i rifiuti vanno smaltiti. Complice del caos che regna in molte Regioni è spesso la mancanza di una normativa razionale che attui il principio equo e condiviso di smaltire sul proprio territorio ciò che si produce e, per farlo, l’impiantistica, anche se necessaria, è e deve sempre restare l’ultima ratio. Noi siamo un coordinamento di associazioni e cittadini e ci siamo organizzati per difendere il nostro territorio da insediamenti che, non sono solo inopportuni per le loro ubicazione, ma essi sono proposti su una base di illegalità. Purtroppo avvenimenti che riguardano i responsabili della loro approvazione, a livello comunale, sono sotto la considerazione della Magistratura Penale ed i cittadini, mantenuti all’oscuro di decisioni che riguardano la loro sicurezza si trovano a pagare il prezzo di scelte illegali e scellerate e non ci stanno. Nel Comune di Anzio è in corso di realizzazione una grossa centrale per la trasformazione di rifiuti organici in gas metano. Questa centrale non doveva essere autorizzata perchè ubicata in una zona tale da costituire un pericolo per la popolazione. L’inerzia politica e forse qualche interesse inconfessabile di qualcuno non permettono che la realizzazione della centrale venga bloccata. In mancanza di mezzi adeguati a far valere i nostri diritti attraverso costose azioni legali ci rivolgiamo alla Sua attenzione di cronista affinchè dia voce a tante persone che hanno deciso di non intraprendere quelle azioni di piazza, spesso illegali, per perseguire solo la via del diritto alla sicurezza attraverso azioni basate sulla legalità. Le alleghiamo un dossier da cui si evince la grave irregolarità e Le anticipiamo che faremo seguire un esposto alla Procura della Repubblica a tutela dei nostri diritti. Restiamo a disposizione e la preghiamo, comunque, di un breve cenno di riscontro”. Il Coordinatore Sergio Franchi.
I contenuti del Dossier sono noti a tutti e più volte sono stati pubblicati, ma non hanno sortito l’effetto di fermare la realizzazione dell’opera.