I militari della compagnia della Guardia di Finanza di Nettuno hanno proceduto alla confisca dei beni, per un valore di oltre 11 milioni di euro, riconducibili a Fernando Mancini, classe 1972, noto pluripregiudicato del posto. L’intero patrimonio accumulato negli anni con i proventi delle attività illecite, costituito da conti correnti bancari, quote di maggioranza di società, un lussuoso stabilimento balneare, una rivendita di tabacchi, 90 unità immobiliari, tra cui una villa signorile di circa 400 metri quadrati con piscina, 41 appartamenti, 35 magazzini/garage, capannoni industriali e terreni e una lussuosa imbarcazione, passa definitivamente nella disponibilità dello Stato.
Con il provvedimento emesso dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione, si è conclusa l’operazione “Domus Aurea”, avviata nel 2015 dai finanzieri di Nettuno, che aveva condotto, nel 2016, al sequestro anticipato dei beni riconducibili al plurindagato per i reati di associazione a delinquere, evasione fiscale, fallimenti pilotati, truffe, traffico di stupefacenti e riciclaggio di denaro.
Le indagini delle Fiamme Gialle avviate da Massimiliano Lalli e oggi dirette dal capitano Ambrogio Di Napoli, si sono focalizzate sull’esame della carriera criminale del Mancini, iniziata già nei primi anni ’90, da cui emerse un’infiltrazione nella realtà economica del territorio nettunese. Il lavoro dei Finanzieri di Nettuno, coordinato della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, di attenta ricostruzione economico – patrimoniale, aveva fatto emergere la netta sperequazione tra i redditi dichiarati al fisco dal proposto e il patrimonio disponibile, in gran parte accumulato negli anni in cui lo stesso era dedito alle attività delittuose. In particolare, il Mancini, con l’ausilio di prestanome, familiari e non, aveva acquisito immobili, locali commerciali ed aziende, tra cui il noto stabilimento balneare “Belvedere”, attraverso il reinvestimento di cospicue somme di denaro sporco. Dalle indagini era emerso, infatti, che l’uomo aveva finanziato gran parte degli investimenti immobiliari facendo rientrare in Italia, attraverso il sistema dello “scudo fiscale”, una parte dei profitti delle attività illegali, occultati in Spagna nel luglio del 2005 (circa 10 milioni di euro), cosi come accertato nel corso dell’indagine, convenzionalmente denominata Hummer, condotta dalla Guardia di Finanza di Nettuno, dalla quale emergeva appunto che Mancini, avvalendosi di un professionista locale, esperto nella gestione di società estere, aveva riciclato i proventi accumulati dal commercio di autovetture in evasione dell’IVA intracomunitaria. Oltre alla confisca, è stata disposta l’applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di polizia con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di 5 anni. L’attività rientra nella costante opera assicurata dalla Guardia di Finanza di aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, volta a spogliare i criminali del frutto delle loro illecite condotte, nonché di garantire la legalità nel tessuto economico del Paese.
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